Un mito che affonda le sue radici nell’antichità prima di Cristo che vede Vibonatesi e Casalettesi in lotta per aggiudicarsi la vitalità dei Capelli di Venere, e i primi subire la sconfitta e l’inquinamento del loro corso d’acqua noto come Fontana. L’amore che si erge sul thanatos della guerra con la promessa di Afrodite che dona alla Mater Mundi la bevanda per rivitalizzare la comunità vibonatese. C’è tutta questa leggenda dietro la mostra personale di William Papaleo, artista statunitense rimasto folgorato dal Cilento, che si aprirà sabato 3 ottobre alle 17. Nelle sale bellissime di Palazzo Vecchio, da 13 anni contenitore culturale nel centro storico di Vibonati, si potranno ammirare i suoi dipinti su tela e ceramica che rappresentano questo mito e raccontano il territorio del Golfo di Policastro attraverso gli occhi di chi, come William Papaleo, si è perso nelle passeggiate naturalistiche ricche di paesaggio e anima, arrivando a visitare la piscina naturale che tutti chiamano Fontana di Afrodite a Vibonati, e ne è rimasto affascinato. Nei dipinti c’è Casaletto, c’è la veduta che si estende verso San Giovanni a Piro, c’è Morigerati e la particolare emozione di vedere il caratteristico borgo di Vibonati su tela a pochi cm dal reale scorcio che emerge dagli scuri di una finestra. Dietro c’è la riflessione filosofica del paesaggio culturale che si contrappone allo sfruttamento e alla spersonalizzazione che tocca anche Il Casale il Sughero di Amedeo Trezza e che, attraverso il prof. Pasquale Persico, avvicina Vibonati a Maratea e Montemurro, pure location di dipinti di Papaleo. Oltre c’è anche l’azione concreta che punta ad esportare le immagini del Golfo di Policastro all’estero, ad importare studiosi, artisti e scrittori statunitensi sul territorio, grazie a William Papaleo ambasciatore, e a recuperare la natura e la storia di Vibonati che ruota attorno al torrente Fontana con un progetto dell’amministrazione volto a creare lì un cammino pedonale.
Daria Scarpitta