Morì a 13 anni dopo una caduta dalla bici. Ora il Comune di Agropoli e l’ex vicecomandante dei vigili hanno stretto un accordo con i familiari per risarcirli del danno. Dopo circa 14 anni si conclude così una triste pagina della storia cittadina. Era il 2007 quando Giuseppe Tuccio, ragazzino agropolese, cadde dalla bicicletta battendo violentemente il capo in Via Difesa. Riportò gravissime lesioni cerebrali e purtroppo morì 5 giorni dopo il ricovero in ospedale. Al centro delle accuse finì un dosso artificiale installato sull’arteria, e venne condannato in primo grado per omicidio colposo l’ex vicecomandante della polizia municipale Carmine Di Biasi, nonostante la sua difesa avesse sostenuto che il ragazzino cadde a 17 metri dal dosso.
Dopo una serie di alterne vicende giudiziarie che portarono sul fronte penale in secondo grado all’assoluzione dell’ex vicecomandante senza che la Procura generale impugnasse il provvedimento, la Corte di Appello civile di Salerno ha condannato in solido sia Di Biasi che il Comune di Agropoli a risarcire la famiglia per un ammontare di circa 340 mila euro. La cifra complessiva è stata decurtata del 25 % perché i giudici riconobbero un concorso di colpa visto che la bicicletta presentava un problema tecnico. Nei giorni scorsi è stato firmato un accordo, tra i Tuccio, il Comune e l’ex vicecomandante, che prevede le modalità di versamento della cifra. Dopo il raggiungimento di un’intesa tra le parti, si è deciso che verranno pagate 250 mila euro a rate. La prima scade questo 15 dicembre ed ammonta a 40 mila euro, poi per i prossimi 3 anni verranno erogati 70 mila euro all’anno.
Daria Scarpitta