Il carcere di Sala Consilina non è economicamente conveniente e non riaprirà. Il Ministero della Giustizia ha messo nero su bianco una decisione che latitava da due anni e ha sancito in un secondo decreto la chiusura della struttura penitenziaria di Via Gioberti. A nulla sono valse le rassicurazioni, i progetti di ampliamento del carcere, le sentenze giudiziarie e neppure la risposta data al Senato all’interrogazione di Francesco Castiello che sembrava far pensare ad una possibile soluzione della vicenda. La replica che sembrava positiva c’è stata ad ottobre nonostante, si è saputo dopo, il decreto di chiusura fosse già stato firmato il 30 settembre. La notifica al Comune tuttavia è arrivata solo qualche mese dopo. Il decreto attuale è più irrobustito nelle argomentazioni soprattutto tenuto conto che quello precedente venne impugnato dall’amministrazione comunale di Sala Consilina con successo portando il Consiglio di Stato a censurare il fatto che fosse stato assunto senza coinvolgere Comune e Consiglio dell’Ordine. Cosa che determinò per recuperare l’errore l’avvio di una conferenza dei servizi alla presenza anche di questi due enti con tre sedute tra giugno e ottobre 2018, durante le quali venne tra l’altro illustrato il progetto dell’amministrazione di ampliare il carcere, per raggiungere il limite utile di detenuti stabilito dall’amministrazione penitenziaria, e tutto a spese proprie. Due anni di silenzio e di attesa in merito alle decisioni da assumere e poi questo decreto di chiusura in cui si ribadisce quanto sia poco conveniente tenere in piedi una struttura che può al massimo contenere una cinquantina di detenuti e questo in spregio anche a quanto richiesto più volte dalla Corte d’Appello di Potenza, e alle difficoltà emerse attorno al Tribunale di Lagonegro che non dispone di un carcere e deve portare i detenuti in varie strutture anche fuori regione. Unica avvisaglia della decisione del Ministero era stata la replica nei mesi scorsi del suo titolare Alfonso Bonafede all’interrogazione questa volta avanzata dal deputato Federico Conte in cui si era tornati a parlare della mancata convenienza economica. Argomentazioni risibili che mostrano una assente o quantomeno altalenante volontà politica di intervenire. Dall’amministrazione di Sala Consilina però c’è la ferma volontà di non darla vinta. Il Comune e l’Ordine degli avvocati hanno già dato mandato all’avvocato Demetrio Fenuccio di approntare un nuovo ricorso al Tar ritenendo che ci siano alcuni elementi a cui appigliarsi nel decreto. La questione è stata inoltre inserita all’ordine del giorno del consiglio comunale che si terrà il prossimo lunedì.
Daria Scarpitta