Si cerca di rintracciare la moldava 36enne che faceva da badante a Maria Cristina Speranza, l’88enne di Rofrano morta mercoledì scorso all’ospedale di Vallo della Lucania forse proprio a causa delle percosse subite. Una storia da far accapponare la pelle, scoperta grazie ai medici del “San Luca”. Sono stati loro a rendersi conto che quella signora arrivata per un sospetto ictus in realtà poteva essere stata vittima di violenza. Tutto è accaduto nel giro di pochi giorni.
Il 13 dicembre Maria Cristina Speranza è stata accompagnata dalla badante e dalla figlia presso l’ospedale vallese. Non stava bene. Si pensava ad un possibile ictus, vista anche l’età della donna. Una serie di accertamenti e subito i medici hanno ritenuto che quanto accaduto alla 88enne non fosse dovuto a cause naturali ma di tipo traumatico. Il 17 dicembre i familiari, appresa la notizia, hanno sporto denuncia presso la stazione dei carabinieri di Marina di Camerota agli ordini del comandante Francesco Carelli, ma della badante si erano già perse le tracce. Nel frattempo l’anziana è stata sottoposta anche ad un’operazione per poterla salvare, ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. Dopo dieci giorni in terapia intensiva è deceduta il 23 dicembre scorso.
Sulla vicenda la Procura di Vallo della Lucania ha aperto un ‘inchiesta. È stata sequestrata la salma e acquisita la cartella clinica ma per il momento non c’è ancora una data per l’autopsia, che dovrebbe servire a chiarire quello che è davvero successo. Per espletarla è necessario che l’esecuzione dell’esame venga notificato anche alla badante che al momento è indagata per i fatti accaduti. La 36enne però è irreperibile. Si teme che nei pochi giorni dal ricovero della donna al momento in cui i familiari hanno sporto denuncia sia riuscita perfino ad uscire dal territorio italiano e rientrare nel suo paese d’origine. La donna da alcuni mesi si occupava dell’anziana di Rofrano. Viveva con lei giorno e notte in cambio di vitto, alloggio e di un mensile. I figli dell’88enne vivono quasi tutti al Nord. L’unica più vicina risiede a Camerota. È stata lei che faceva visita regolare alla madre ad accorgersi che non stava bene e a portarla in ospedale. Nei giorni precedenti l’anziana le aveva parlato di maltrattamenti. Si deve ora appurare se la badante abbia approfittato dello stato di fragilità e di bisogno della 88enne. Nelle prossime ore dovrebbe essere emanato il decreto di irreperibilità e verranno avviate tutte gli atti burocratici per consentire l’espletamento dell’esame autoptico.
Daria Scarpitta