“Tornate, non dovete fare altro, qui se ne sono andati tutti specialmente chi è rimasto”. Questa frase del paesologo Franco Arminio è al centro delle discussioni a Sala Consilina da ieri, da quando in loc. Mezzacapo è comparsa scritta su 33 manifesti. Una lunga striscia gialla opera di giovani anonimi che recupera un messaggio volto ai tanti emigrati per sollecitarne il ritorno, ma che estrapolato dal contesto sembra essere anche un atto di accusa verso chi è rimasto e si è spento.
Il lungo messaggio aveva già sollevato riflessioni e condivisioni sui social, quando è stato ricoperto di una striscia bianca dall’amministrazione comunale in quanto i manifesti erano stati affissi senza autorizzazione. Un gesto subito stigmatizzato dal gruppo di opposizione Salesi. “L’iniziativa di un collettivo di studenti di Sala Consilina – si legge in una nota a firma dei consiglieri capitanati da Mimmo Cartolano – non è stata gradita dall’amministrazione comunale salese che ha ritenuto di censurare i manifesti. Se all’inizio si è tentato di giustificare l’azione di censura con la mancata autorizzazione, evenienza che nemmeno giustifica la copertura, successivamente arriva sui media la richiesta del sindaco di chiarimento del senso del messaggio. Da quando l’affissione di manifesti, è subordinata alla comprensione degli stessi da parte del sindaco? Prima di censurare questi ragazzi il sindaco avrebbe dovuto informarsi meglio, leggere Arminio. Avrebbe scoperto che nulla di quello che racchiude quella frase poteva minare il suo trono se non la forza delle idee che cerca continuamente di sopprimere”.
Sul caso è intervenuto anche lo stesso Franco Arminio. “Spero che altri al Sud, e non solo, vogliano far stampare quell’invito a tornare ai paesi. Il sindaco di Sala Consilina ovviamente sa benissimo che la soppressione del tribunale, i tanti negozi chiusi e l’emigrazione dei ragazzi non si combattono censurando un manifesto.
“È una frase forte – ha replicato l’assessore Vincenzo Garofalo – un pugno nello stomaco non solo per tutta la classe politica meridionale ma anche peri cittadini che sono rimasti per scelta o per necessità. Non la considero un attacco all’amministrazione e va dato atto ai ragazzi di aver posto l’attenzione sulla questione meridionale e sul futuro dei giovani. Mi chiedo: perché non chiedere l’autorizzazione all’affissione; qualcuno avrebbe mai potuto impedirla? Dal mio punto di vista parlare di censura è inappropriato, si è semplicemente ribadito che le regole sono parte essenziale della sostanza”. D’accordo sulla la necessità del rispetto delle norme, soprattutto per i giovani il sindaco Cavallone che ha convocato i diciottenni per un incontro nel pomeriggio. L’invito a recarsi a Sala e a conoscere meglio questa realtà è stato rivolto anche ad Arminio”.
Daria Scarpitta