Era il 4 Novembre 2018 quando Violeta Senchiu morì all’ospedale Cardarelli di Napoli. Vi era stata ricoverata qualche ora prima con le gravi ustioni riportate dopo l’incendio della sua abitazione innescata secondo le ricostruzioni dell’epoca dal compagno Gimino Chrichella, 48enne operaio salese del Consorzio di Bonifica. Violeta , di origini rumene, aveva 32 anni ed era madre di tre figli , due maschi ed una femmina. Tre anni dopo presso il cimitero di sala Consilina si è svolta una piccola cerimonia commemorativa organizzata dalla cooperativa Iskra per ricordare la giovane mamma e tenere accesa la luce sul fenomeno dei femminicidi. Accanto alla tomba la mamma di Violeta e la figlia Valentina , lo sguardo sereno e fiero nonostante il dolore vissuto. Pochi attimi per accendere i riflettori anche su un’altra iniziativa di Iskra, una petizione avviata affinchè il Comune di Sala Consilina intitoli un luogo pubblico alla memoria della donna. Un’occasione per non dimenticare e per sensibilizzare contro questo triste fenomeno sociale che ogni anno miete numerose vittime tra le donne. Il caso di Violeta lasciò senza fiato l’intera comunità salernitana. Le telecamere immortalarono il compagno mentre poco prima della tragedia riempiva al distributore alcune taniche di benzina. La stessa che, secondo una prima ricostruzione, venne versata in alcuni punti della casa al cui interno c’era Violeta. Gimino, che pure si ferì leggermente durante l’incendio, finì in carcere ma la sua vita si spense pochi mesi più tardi , a febbraio 2019 , per un improvviso malore sopraggiunto mentre era dietro le sbarre. Violeta è diventata l’ennesimo fiore reciso troppo presto. Quello che la cooperativa Iskra ora chiede è che ne rimanga la memoria come monito per tutti.
Daria Scarpitta