Alle volte basta un niente , titolava una commedia dallo storico marchio Giovannini e Garinei. Ma alle volte quel niente è insormontabile. Accade spesso così nel Cilento dove lungaggini , burocrazia o disinteresse possono ritardare e di molto l’acquisizione di quei servizi o beni che altrove sono già da tempo un dato di fatto lasciando indietro un territorio dove l’attesa è da secoli di casa. L’esempio più lampante è sulla metanizzazione, un’occasione consolidata e anche superata in altre realtà, ma qui da anni ancora diffusa a macchia di leopardo. Identica cosa dicasi della fibra. Sul territorio cilentano, crivellato e sottoposto a scavo ovunque con i relativi disagi e dossi, questa tecnologia non è ancora presente in quell’ovunque consentendo di far entrare anche l’area più a sud di Salerno nell’era moderna. Le dinamiche sottese a questi ritardi sono diverse ma con il medesimo risultato. Il caso più eclatante a Vibonati. Qui ad aprile scorso Open Fiber ha chiesto ad Rfi un’autorizzazione per bypassare il ponte della ferrovia e allacciare i collegamenti della fibra ma, nonostante sia trascorso un anno, ancora non è arrivata nessuna risposta. Cittadini e imprenditori sono costretti così ad usare ancora la vecchia e più lenta tecnologia e il divario digitale resta una realtà come l’attesa e i ritardi sono una costante per il Cilento.
Daria Scarpitta