Nel 2021, quando fu svelata, la statua della Spigolatrice fù definita sessista, per le sue forme prorompenti avvolte in un abito succinto, che non lascia spazio all’immaginazione. Il lato B, in particolare, è talmente evidente che resta, ancora oggi, la parte del corpo più fotografata. Gridare allo scandalo, però, inconsapevolmente, portò Sapri all’attenzione dei media nazionali e internazionali favorendo l’arrivo in città anche di pullman carichi di curiosi. Migliaia i selfie scattati in poche davanti al fondo schienata. Finita la storia della statua sessista, il flusso di visitatori si è ridotto, ma per la giunta Gentile la Spigolatrice di bronzo resta un grande attrattore turistico. Per dare maggiore risalto alla figura patriottica celebrata nella poesia di Mercantini, ha adottato una delibera che ordina lo spostamento delle strutture posizionare sul tratto di spiaggia antistante la statua. Obiettivo: migliorarne la visuale. L’unica collocata in quel punto, è il chioschetto dello storico Hotel Tirreno, aperto solo nei mesi estivi, e di proprietà del consigliere di opposizione Nicodemo Giudice. Una delibera che ha dato inizio ad un’altra storia attorno alla sexy contadina. Al centro del dibattito, l’opportunità o meno di penalizzare un imprenditore turistico, concessionario di quel tratto di spiaggia da circa trent’anni. Da palazzo di città chiarisco che non si tratta di un dispetto nei confronti del consigliere di opposizione, come sostengono in tanti, ma della necessità di rendere maggiormente attrattiva la statua.
Antonietta Nicodemo
ecco le interviste realizzate questa mattina da Daria Scarpitta sul lungomare di Sapri .