L’esplosioni sulla Mingardina finiscono in Prefettura ma sarebbero già oggetto di un’inchiesta giudiziaria. Quanto è accaduto lungo la costa di Marina di Camerota ha generato un movimento di pensiero che mette in dubbio la validità delle attività eseguite per la messa in sicurezza della strada. A finire nel mirino l’uso di tritolo in uno dei luoghi più protetti del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni: poteva essere evitato? Perché il comune è intervenuto con la somma urgenza, se nell’area interessata non ci sono pericoli per la pubblica incolumità? Da due mesi, infatti, quel tratto di strada costiero è interdetto alla circolazione, quindi non c’erano pericoli urgenti da rimuovere. Pare che, a seguito dell’ordinanza del commissario del Parco Marcello Feola, sarebbe stato aperto un fascicolo per disastro ambientale. D’altronde il provvedimento firmato dal commissario, inviato oltre che al comune, anche alla Procura e alla Questura, è una vera e propria denuncia contro i lavori sulla falesia di Cala del Cefalo. “ Dalla relazione del Reparto Carabinieri Parchi non risultano effettuate le dovute valutazioni sugli interventi a farsi in ragione della natura dei luoghi “, si legge nell’articolata ordinanza con la quale il commissario lunedì’ scorso ha ordinato al sindaco Mario Scarpitta di sospendere la seconda attività di brillamento programmata. E così ieri l’intervento non è stato eseguito. Stamattina alle 11 in Prefettura si è tenuto un tavolo tecnico necessario per definire come andare avanti nei lavori, con l’obiettivo di riaprire la strada al più presto. Alla riunione, sollecitata dal sindaco, sono stati invitati, tra gli altri : il presidente della Provincia, il commissario del Parco , il comandante provinciale dei carabinieri e dei vigli del fuoco, il soprintendente dei beni architettonici e paesaggistici e il dirigente del genio civile . << Personalmente – chiarisce Feola – non sono a caccia delle responsabilità. A me interessa che questo scorcio di costa venga mantenuto così come è, salvo le esigenze di sicurezza , e che le attività turistiche possano beneficiare della strada nel periodo pasquale . Non mi interessano gli scontri istituzionali. Però il tritolo lo autorizzerò solo se mi dimostreranno che non ci sono soluzioni alternative. Per questi lavori – ribadisco – il Parco non è stato mai consultato>>. Sulla difesa il sindaco : << Chi ha firmato gli esposti, chi ha presentato interrogazioni parlamentari, non si è documentato a fondo e ha riportato notizie che non corrispondono al vero. Nessuno ha mai pensato di intaccare e danneggiare la falesia che sovrasta la strada in località cala del Cefalo. I lavori, sin dall’inizio, hanno interessato semplicemente una vecchia frana che, dopo sopralluoghi e foto rilievi, si è constatato fosse in procinto di crollare e riportava diverse lesioni molto pericolose. È doveroso mettere fine a questa gigantesca macchina del fango costruita ad hoc per arrecare danni alla popolazione e all’intero indotto economico del nostro Comune>>.
antonietta nicodemo
Inizia da