Non si ferma lo scontro politico nel lagonegrese dopo la notizia del trasferimento a seguito di concorso, di sei medici dal locale presidio a quello di Sapri. Lunedì durante l’incontro indetto con gli esponenti della Regione Basilicata e i vertici sanitari lucani per discutere del futuro dell’ospedale di Lagonegro è risuonato il grido di allarme del sindaco di Falabella , preoccupato di un ridimensionamento del presidio a cui ha fatto da contraltare la risposta rassicurante di Regione e Azienda Sanitaria circa l’apertura di nuovi ambulatori nel presidio lagonegrese, inaugurati proprio nella stessa giornata , e l’impegno nel reclutamento di nuovo personale. Il cofnronto si è acceso quando il primo cittadino nel criticare il mai partito intervento per la costruzione del nuovo ospedale di lagonegro, al centro anche dell’inhciesta sulla sanità che coinvolto nel 2022 l’ex sidnaco Di lascio e il consigliere regionael Piro, ha lanciato la proposta di ampliare i locali del presidio acquistando il vicino Hotel San Nicola. Una provocazione secondo il primo cittadino che però ha scatenato attacchi nei suoi confronti in particolare dal consigliere Piro. Nel tritacarne del botta e risposta social è finito anche l’ospedale di Sapri. Il sidnaco falabella in una nota infatti a riprova dello stato del presidio di Lagonegro, in contrasto con la serenità della Regione, parla di spazi angusti, ascensori guasti, reaprti da terzo mondo e aggiunge: “Sei medici scappano non per andare in una moderna clinica in svizzera bensì nell’ospedale di Sapri, uno degli otto ospedali peggiori d’Italia” La frase, impietosa, finisce per destare malumori anche in terra campana e alimenta il battibecco a Lagonegro con Piro che incalza: “ Falabella ha mortificato i cittadini di sapri definendo il loro ospedale tra i peggiori di italia e ha allarmato il lagonegrese sostenendo che l’ospedale qui stia morendo. Un procurato allarme che non può essere tollerato” Falabella però sembra pronto ad azioni di protesta più forti, anche di piazza, per il suo presidio.
Daria Scarpitta