Sul dissesto idrogeologico si viaggia a rilento. A denunciarlo è il presidente di Federcepi Costruzioni Antonio Lombardi che legge il report pubblicato dall’ l’Autorità nazionale Anticorruzione secondo il quale Dal 1999 ad oggi soltanto il 32,2% dei progetti finanziati contro il dissesto, è stato portato a termine. Né i sempre più frequenti danni provocati da frane e alluvioni hanno mutato l’azione politica: negli ultimi anni si è passati infatti da 6.595 progetti finanziati nel 2019 agli 8.179 del 2021. Negli ultimi due anni quando pure non sono mancati disastri con vittime e danni, ci si è addirittura attestati intorno ad una media di appena 2.100 progetti all’anno, meno di un terzo di quelli finanziati quattro anni fa. Il dato più allarmante secondo Federcepi concerne però l’ultimazione degli interventi: in 4 anni sono stati finanziati oltre 25.000 progetti ma meno di uno su tre è stato realizzato e del 37% si sono perse le tracce. “Denunciamo da tempo – ha detto Lombardi- la farraginosità dei percorsi, delle autorizzazioni e delle procedure in tema di dissesto: occorre intervenire con sollecitudine ed efficacia per mettere in sicurezza il territorio, ed è davvero increscioso che, nel mentre si registrano con sempre maggiore frequenza episodi drammatici di alluvioni, i lavori vengano bloccati dalla burocrazia”. L’obiettivo dell’Anac con il suo Report è di accertare le cause di blocco dei lavori, favorirne la ripartenza affiancando le regioni e evitare che i fondi vengano ulteriormente sprecati. Tra le regioni che hanno ricevuto più fondi in tutti questi anni figura la Campania con 1,5 miliardi di euro. In Tutta italia dal 1999 ad oggi sono stati spesi 17, 2 miliardi.
Daria Scarpitta