Grande emozione a Policastro per il ritorno a mille anni di distanza delle spoglie di San Pietro Pappacarbone, compatrono della Diocesi di Teggiano-Policastro. Nel pomeriggio di giovedì la teca con i resti del santo proveniente dalla Badia di Cava de’ Tirreni è stata accolta presso il Monumento dei Caduti dal vescovo mons. Antonio De Luca, il parroco di Policastro Don Pietro Scapolatempo, diversi sacerdoti della Diocesi, l’amministrazione comunale e i fedeli pronti ad immortalare lo storico momento. La figura di San Pietro, celebrata in almeno tre affreschi della Cattedrale di Policastro come protettore, è stata emblema di rinascita per la comunità cristiana e anche per la cittadina stessa di Policastro, all’epoca rimasta con poche decine di persone dopo l’ennesima distruzione e rifiorita poi attorno a Pappacarbone. Il significato del suo ritorno dunque ha ammantato la cerimonia, ispirando anche le parole del vescovo De Luca che ha voluto spiegare ciò che ancora unisce San Pietro Pappacarbone e la comunità dopo 1000 anni. Ieri come oggi, infatti, guerre, devastazioni, oppressioni, malattie sono all’ordine del giorno e se all’epoca i monaci benedettini unificarono e diedero nuova vita ai territori con la spiritualità, oggi figure come San Pietro, simbolo di rinascita, spingono a riproporre nella vita di tutti i giorni il significato della presenza di Dio, della santità ordinaria. La cerimonia, animata anche dai fuochi di artificio, ha avviato ala fine le celebrazioni giubilari in onore di San Pietro che si concluderanno lunedì 4 marzo giorno in cui ricorre la solennità di sam Pietro. La peregrinazione delle reliquie terminerà invece domenica con la Santa messa delle 11.30 officiata dall’abate della Badia di Cava.
Il Vescovo Padre Antonio De Luca spiega il significato del Giubileo e il messaggio che arriva dalla figura di San Pietro Pappacarbone: