Definitiva la condanna di don Livio Graziano, il sacerdote di origini casertane, accusato di aver abusato di un 13enne salernitano, durante un soggiorno estivo presso una comunità da lui gestita in provincia di Avellino, e rivolta a persone con problemi di ansia, depressione e disturbi alimentari.
Il parroco della Diocesi di Aversa dovrà scontare una pena di 8 anni di reclusione, sentenza confermata già in appello lo scorso anno e ora definitiva, dopo che la Cassazione ha rigettato, per inammissibilità, l’appello dei suoi difensori.
I fatti risalgono al 2021: i genitori del ragazzo, allora 13enne, denunciarono don Livio dopo essersi accorti di strani messaggi e comportamenti da parte del figlio. Il padre del giovane, infatti, insospettito dall’incessante attività di scambio di messaggi, si rivolse ai Carabinieri che, acquisita la testimonianza del minore, iniziarono ad indagare sul sacerdote. Determinante la perquisizione eseguita nell’alloggio del parroco, e a seguito di approfondite perizie, nel suo telefono vennero scoperti messaggi equivoci e foto del 13enne nudo.
La vicenda di Don Livio, che si è sempre professato innocente in tutti i gradi di giudizio, ha scosso non poco le comunità e le famiglie conosciute negli anni: il sacerdote, infatti, aveva conquistato la fiducia di tanti genitori, tra cui quelli del giovane salernitano, mostrandosi solidale soprattutto nei confronti di ragazzi con disturbi alimentari. Una fiducia però crollata dopo quanto accaduto al 13enne nell’estate del 2021.