In Campania le ecomafie premono sempre di più sull’acceleratore e fanno affari
d’oro. A tracciare un quadro di sintesi è il nuovo report di Legambiente
“Ecomafia 2024”. Giunto alla trentesima edizione, e i cui dati sono stati presentati oggi a Roma. i reati ambientali nel 2023 salgono a 4.952, registrando +23% rispetto al 2022, con una media di 13,5 reati al giorno, dati che confermano la Campania leader nazionale in tutti i cicli dell’ecomafia, da quello dei rifiuti al cemento illegale.
Maglia nera per la provincia di Napoli con 1.494 reati, seguita da Avellino (in forte crescita con 1.203 reati) . Quinta la Provincia di Salerno con 815 reati. In questi anni a spartirsi la torta, insieme ad imprenditori, funzionari e amministratori pubblici collusi, sono stati circa 80 clan.
“La lotta all’ecomafia – dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – passa mettendo in campo un piano di politiche trasversali contro ecocriminali , dalle politiche industriali a quelle occupazionali, da quelle socio ambientali a quelle culturali.” Continua l’applicazione della legge sugli ecoreati, il delitto di inquinamento ambientale resta quello più contestato, 111 volte. La Campania si conferma la regione con il numero più alto di applicazioni della legge 68, pari a 99 con 118 persone denunciate, 12 arresti e 40 sequestri per un valore complessivo che supera i 7 milioni di euro.
Tra le curiosità il fatto che in Campania c’è una vera e propria emergenza shopper illegali. Un dato su tutti: solo a Napoli nell’ultimo anno sono stati rintracciati 100 chilogrammi di buste illegali ogni tre giorni, per un totale di 120 quintali.