E’ stato arrestato con l’accusa di estorsione aggravata, simulazione di reato e calunnia Fedele Marotta, il 42enne di Polla di cui nel novembre del 2023 si persero le tracce, per poi scoprire che era stato rapito e per il suo rilascio venne chiesto un riscatto, ma dopo una settimana fece ritorno a casa. La Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza ha seguito il caso, in collaborazione con i Carabinieri di Salerno, accertando che il rapimento era in realtà una farsa per estorcere soldi al cognato, Angelo Pinto, imprenditore residente in Provincia di Parma e marito della sorella dell’uomo.
Sulla base degli indizi raccolti in questi mesi, Marotta, insieme ad alcuni complici non ancora identificati ma anch’essi indagati, nel novembre dello scorso anno simulò di essere in procinto di incontrare, nei pressi di Padula, alcuni soggetti collegati al clan dei casalesi, che secondo quanto riferito alla sorella Preziosa in una telefonata, erano intenzionati a rapire i figli di quest’ultima. Il 42enne voleva dissuaderli dal sequestrare i nipoti, ma poi, a suo dire, rimase lui stesso vittima del rapimento: l’uomo, infatti, chiamò la sorella per avvertirla che la situazione stava precipitando e successivamente di lui si persero le tracce.
La sua auto venne trovata in aperta campagna, con i fari accesi e all’interno i cellulari, poi la richiesta di riscatto di 500.000 euro per il rilascio, somma però mai ottenuta in quanto incontrò l’opposizione del cognato e della sorella e così dopo 8 giorni, l’uomo fece ritorno a casa.
Il caso è stato attenzionato dalla DDA di Potenza in questi mesi, fino alla scoperta della farsa, messa su dall’uomo per estorcere soldi ai suoi stessi familiari.