Inchiesta Alfieri, Campanile al Riesame. “Inutilizzabili consulenze al pm e intercettazioni”.

Si basa su due elementi principali la difesa di Andrea Campanile, il capo staff di Alfieri ai domiciliari dopo il blitz dello scorso 3 ottobre. L’avvocato Cecchino Cacciatore infatti dinanzi al Riesame ha chiesto la revoca degli arresti contestando i gravi indizi imputati al suo assistito in quanto Campanile si è dimesso dal suo incarico facendo venire meno il rischio di inquinamento delle prove e perché le strade di cui si parla nelle intercettazioni non corrispondono a quelle che sono andate a gara.  Ma è soprattutto nel rendere inutilizzabili la consulenza del pm e le intercettazioni che il legale si sarebbe concentrato nel suo ricorso. Infatti, nel primo caso , secondo quanto  ricostruito dall’avvocato Cacciatore ,in  altri processi sarebbe stata accertata con certificati medici  l’incapacità cognitiva del consulente della Procura di Salerno per problemi di salute , cosa che secondo il legale dovrebbe invalidare la consulenza fornita da questi al pm, nel secondo caso, quelle delle intercettazioni, sarebbero inutilizzabili perché autorizzate fuori termine. Oltre a tutto questo, l’avvocato avrebbe sollevato anche la questione dell’incompetenza territoriale della Procura di Salerno in quanto il reato più grave contestato , quello della corruzione, sarebbe avvenuto a Torchiara, e quindi  la competenza in questo caso sarebbe di Vallo della Lucania. Questo il sunto delle argomentazioni presentate ieri al Riesame per vedere attenuata o revocata la misura cautelare a Campanile. Ora bisognerà attendere nei prossimi giorni la decisione del Riesame dove lunedì si discuterà dei ricorsi di tutti gli altri indagati  arrestati , in primis Franco Alfieri, per il cui verdetto c’è molta attesa.