Proseguono gli interrogatori dopo il blitz della DDA di Salerno e le otto misure cautelari eseguite nei giorni scorsi nei confronti di ex funzionari e dirigenti del comune di Pagani, nell’ambito dell’inchiesta su appalti e forniture al clan Fezza – De Vivo. Giovedì mattina è toccato ai 5 finiti ai domiciliari: in due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, mentre gli altri tre hanno chiarito le loro posizioni davanti al Gip, vale a dire l’imprenditore Matteo De Feo, il collaboratore della PE.DE.MA., Pietro Buonocore, e l’ex funzionario e responsabile del settore Avvocatura, oggi in pensione, Giuseppe Serritiello, i quali hanno sostenuto di non aver mai fatto nulla di irregolare.
Martedì scorso, inoltre, erano stati interrogati l’imprenditore Alfonso Marrazzo, principale indiziato nella vicenda, il suo socio Claudio De Cola e l’ex dirigente comunale, Bonaventura Tramontano. Per loro, inizialmente sottoposti all’arresto in carcere, sono stati ora disposti i domiciliari, in quanto l’imprenditore, considerato la figura centrale dell’inchiesta, pur se confermati i gravi indizi di colpevolezza, si sono affievolite le esigenze cautelari, mentre per De Cola sono scattati in considerazione della recessione da socio della PE.DE.MA. e per Tramontano in quanto ormai ex dipendente del Comune di Pagani.
Cuore dell’inchiesta, che conta in totale 16 indagati, gli interessi economici del clan, che attraverso Marrazzo avrebbe tentato di ottenere appalti e servizi dall’ente comunale.