144844. Sarebbero queste le chiamate processate complessivamente dalle due centrali operative del 118 di Salerno e di Vallo della Lucania. Un numero enorme secondo la Uil Fpl di Salerno che non potrebbe essere gestito efficacemente con le attuali forze a disposizione. Di qui la proposta avanzata dal sindacato contrario all’accorpamento delle due centrali,per venire incontro anche ai lavoratori delle stesse che qualunque dovesse essere l’ubicazione finale della centrale unica, a Salerno o a Vallo, non potrebbero essere trasferiti in quanto la sede in questione si troverebbe ad una distanza superiore a 50 km dalla loro precedente, e verrebbe così infranto il limite imposto dal decreto di riforma della Pubblica amministrazione. La Uil dice perciò no all’accorpamento e sì all’unificazione funzionale attraverso l’adozione di protocolli operativi condivisi ed univoci su tutto il territorio . “L’unione del 118 di Salerno e Vallo della Lucania, – hanno detto Donato Salvato, segretario generale della Uil Fpl Salerno, e Biagio Tomasco, segretario provinciale – assolverebbe una duplice funzione: copertura ottimale di tutto il territorio provinciale con operatori già preparati e conoscitori dei territori, internalizzazione del servizio con personale dipendente cui affidare la gestione completa del servizio 118 e trasporto infermi, maggiore aderenza ai protocolli operativi, già in auge in altre regioni italiane, grazie alla esclusività del personale immesso nel circuito dell’emergenza-urgenza”. Il ragionamento della Uil finirebbe per anche per portare a nuovi trasferimenti di infermieri, visto che i 130 in arrivo con la mobilità sono destinati ai presidi ospedalieri e dunque, per “il personale da dedicare esclusivamente al circuito dell’emergenza-urgenza – dicono ancora i due sindacalisti- non rimarrebbe che ricorrere all’assunzione di altre 100 unità facendo scorrere la graduatoria in questione.” La Uil crede fermamente nella proposta non facile però da negoziare: “Rappresenterebbe – concludono Salvato e Tomasco- un notevole sforzo politico da giocarsi in sede di contrattazione con il Governo regionale, ma anche, l’unica vera ancora di salvezza per un’azienda che ha come primo valore la professionalità dei propri dipendenti”.
Daria Scarpitta