“L’aeroporto di Pontecagnano resterà chiuso per circa due anni, dal 2018 al 2020 per consentire l’allungamento della pista”. La notizia è stata data dai vertici dell’infrastruttura ai rappresentanti dei distretti turistici di tutta la provincia di Salerno nel corso di una riunione che ha avuto luogo nella giornata di lunedì per fare il punto sul futuro dello scalo e sulle opportunità del territorio. Sono stati chiariti, dunque, i diversi passaggi di quello che è un piano decennale basato su una importante acquisizione : il governo infatti ha classificato l’aeroporto salernitano d’interesse nazionale, escludendo Grazzanise e conferendo al territorio per ciò una base da cui partire . Secondo il cronoprogramma, entro il 2017 si concluderanno tutte le fasi della progettazione relativa al miglioramento e all’ampliamento dell’infrastruttura e si termineranno gli espropri che costeranno all’incirca 11 milioni di euro. Nel 2018 , grazie alla disponibilità di 40 milioni di euro, si apriranno i cantieri. L’obiettivo da un lato allungare la pista per il momento di 2000 metri in modo da rendere l’aeroporto fruibile anche da aerei più grandi e dal lato opposto, quello contiguo alla ferrovia creare i presupposti per un collegamento diretto, magari allungando la metropolitana in modo da prevedere proprio una stazione nei pressi dello scalo. E’ dunque in questo contesto che si inserisce la chiusura dello scalo. Nel corso dei lavori di allungamento della pista, si effettuerà il rifacimento dell’intero tracciato e dunque in un lasso di tempo che va più o meno da agosto 2018 al 2020 se tutto va bene l’aeroporto sarà inutilizzabile. Una notizia non facile da digerire soprattutto per gli operatori turistici che vorrebbero non perdere la continuità, rischiare di essere dimenticati. Certo è che i vertici hanno delineato alla fine di questo periodo uno scenario del tutto nuovo con concrete e maggiori opportunità del territorio. Perché una volta allungata la pista potranno essere coinvolti vettori più importanti e a quel punto si tratterà di dover reperire le risorse per la promozione, attraverso i canali tradizionali ma anche il reimpiego ad esempio dei proventi della tassa di soggiorno.
Daria Scarpitta