È da tre giorni che i vigili del fuoco scavano in una vasta area, al confine tra Albanella, Castelcivita e Roccadaspide. Cosa cercano non è dato saperlo. Il dato certo è che gli escavatori sono stati mandati lì dalla direzione distrettuale antimafia. Pare che un camorrista pentito abbia informato la Giustizia di fatti criminali che avrebbero interessato anche quell’area della provincia di Salerno. Cosa si stia cercando non è dato saperlo. Due le ipotesi che circolano in maniera insistente ma che non trovano conferma negli ambienti istituzionali. C’è chi sostiene che in quell’area siano sepolti due vittime di omicidi, avvenuti nell’ambito di una faida tra organizzazioni criminali, oppure rifiuti tossici, che sarebbero stati interrati nell’ambito di un traffico nazionale di rifiuti pericolosi risalente alla fine del primo decennio degli anni 2000. Che quella zona del salernitano possa essere stata oggetto di attività camorristiche non sorprende. Il 15 maggio del 1979, nei campi di Albanella fu ritrovato e arrestato Raffaele Cutolo, il mafioso che nel 1970 fondò in Campania la nuova camorra organizzata. Si rifugiò lì per più di un anno dopo essere evaso dall’ospedale giudiziario di Aversa. Oggi ha 81 anni e l’estate scorsa è stato trasferito dal carcere di Parma in ospedale per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Le operazioni di perlustrazione sono ancora in corso. Difficile capire dopo tre giorni di scavo cosa sia venuto fuori. I confini del luogo in cui si scava sono presidiati giorno e notte da militari. A nessuno è consentito accedere. Domenica ci ha provato anche il Sindaco ad avvicinarsi all’area in cui sono in corso gli scavi, ma gli è stato impedito.
Il sindaco di Albanella, Enzo Bagini, è all’oscuro di tutta questa vicenda. Ha provato ad accedere all’area dove si scava, ma gli è stato proibito. Ecco le sue dichiarazioni:
Antonietta Nicodemo