“La situazione attuale è vicina a quella verificatasi nel 2017. Possiamo contare sui lavori effettuati in questi due anni, ma l’attenzione deve rimanere alta.” Anche l’ingegnere Felice Parrilli di Consac conferma il rischio siccità dopo una stagione che si sta delineando come poco piovosa. Dal settembre 2018 al 28 febbraio 2019 sono stati registrati 500 mm di precipitazioni contro gli 800mm che sono la media storica calcolata negli ultimi 25 anni. Insomma abbiamo avuto il 38% in meno di pioggia quest’anno rispetto a tale media . E la gravità diventa ancora più evidente se si pensa che l’anno scorso nello stesso periodo eravamo sui circa 950mm, quindi si poteva contare su un 20% in più. I valori di questa stagione invece, al momento, sono ancora più bassi di quelli del 2017 che a fine febbraio si attestavano sui 580mm. Ogni speranza è concentrata su ciò che accadrà fino a maggio. Se, come fu nel 2017, non ci saranno abbondanti precipitazioni , la siccità sarà nuovamente realtà in estate. “Abbiamo lavorato- ha detto l’ingegnere Parrilli- perché i disagi non si ripetano come due anni fa, ma non si possono escludere degli imprevisti . Se entro maggio la situazione non dovesse migliorare, ai primi di giugno dovremo cominciare a mettere in piedi un sistema d’emergenza.”L’ingegnere fa notare che rispetto all’estate 2017, ora si può contare su un nuovo pozzo a Sanza e sulla nuova condotta premente di Capitello che serve anche le frazioni di Ispani e San Cristoforo e consente così di concentrare solo su Morigerati, Caselle in Pittari e Santa Marina, l’acqua che arriva da Sanza. “ Abbiamo inoltre potenziato l’impianto di pompaggio di Capitello – ha detto ancora Parrilli- e entro aprile partiranno i lavori di due nuovi pozzi a San Giovanni a Piro e a Camerota che dovrebbero terminare entro fine giugno. Sulla Faraone poi , che rappresenta la situazione più problematica, siamo intervenuti su 2 km e mezzo. Qui andrebbe però sostituita tutta la linea. Abbiamo già depositato in Regione un progetto di 7 mln di euro e a breve ne invieremo un altro dello stesso ammontare per poter intervenire su 20 km dalla sorgente a Palinuro”. E’ chiaro che la crisi idrica è dovuta a diversi fattori: quello meteo, che non sta aiutando, lo stato di tubature e condotte, che continua ad essere vetusto ed inficiato da perdite e anche la sensibilità degli utenti, le cui azioni di risparmio della risorsa hanno un peso importante. A sud di Salerno su tutti e tre questi fattori non siamo messi bene e ognuno deve fare la sua parte. Da subito.
Daria Scarpitta