Sarebbero concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e turbativa d’asta del procedimento di scelta del contraente in una maxi gara per la pubblica illuminazione le ipotesi di reato provvisorie contestate a Franco Alfieri, Presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio – Paestum.
Dopo le perquisizioni di martedì mattina, emergono nuovi dettagli sull’inchiesta portata avanti dalla Procura di Salerno, e che oltre al primo cittadino capaccese vede indagati, a vario titolo, anche Vittorio De Rosa e Alfonso D’Auria, rappresentante legale e intermediario della “Dervit” di Roccadaspide, Elvira Alfieri, sorella del sindaco e titolare della “Alfieri Impianti”, l’ingegnere Carmine Greco, funzionario del comune di Capaccio, e Andrea Campanile, membro dello staff del sindaco. Cuore dell’inchiesta: alcune anomalie riscontrate nell’appalto della pubblica illuminazione a Capaccio – Paestum e Battipaglia.
Il sospetto principale riguarderebbe un sub-appalto tra la ditta “Dervit”, vincitrice dell’appalto con entrambi i comuni, e la società “Alfieri Impianti”, quest’ultima collegata a Franco Alfieri in quanto la figlia, il fratello e la sorella risultano tra i soci. L’aggiudicazione delle due gare d’appalto, secondo gli investigatori, potrebbe essere stata influenzata da un accordo corruttivo tra il sindaco Alfieri e Vittorio De Rosa, il titolare della “Dervit”, che dando in sub-appalto parte dei lavori alla “Alfieri Impianti”, ha ottenuto un contratto del valore di 2,2 milioni di euro.
I controlli di martedì mattina sono stati effettuati negli uffici comunali di Capaccio – Paestum, nelle abitazioni degli indagati, nella stanza del Presidente della Provincia e nell’ufficio tecnico municipale di Battipaglia. “Ciel sereno non teme tempesta!” ha dichiarato il Presidente Alfieri riguardo all’inchiesta che per il momento è ancora in fase embrionale.