Emozione, soddisfazione e un senso di gratitudine verso le forze dell’ordine. Sono stati questi i primi pensieri dI Nino Melito, pronipote di Joe Petrosino, alla notizia della definitiva conferma, a oltre un secolo dalla sua morte , dell’assassino del grande poliziotto. “Il supporto tecnologico delle intercettazioni- ha detto- non è che un valore aggiunto alla volontà e al cuore delle forze dell’ordine che non è mancato neppure in questa occasione” Il suo riferimento è all’Operazione Apocalisse condotta dall’Antimafia di Palermo che ha portato ieri all’arresto di 91 persone, tra cui anche il giovane boss Domenico Palazzotto, pronipote del killer di Petrosino, circostanza da lui stesso confermata in un’intercettazione in cui si vantava del suo antenato mafioso, Paolo palazzotto che premette il grilletto contro il poliziotto padulese. E Il giorno dopo nella cittadina valdianese non si parla d’altro. E’ l’ultimo tassello di una storia affascinante che ora può essere completata. Da pronipote a pronipote, mentre il discendente di quel Paolo Palazzotto che sparò contro Petrosino, è finito in galera, punizione che spettava al suo prozio, l’altro pronipote, Nino Melito, non smette di aspettare curiosi, turisti e appassionati nella sua Casa Museo, per raccontare questa storia. Ora dopo 105 anni con un finale ben definito, sebbene nella sezione dedicata proprio all’assassinio di Petrosino, le facce del killer e del mandante erano già da tempo messe in bella mostra. “I giornalisti c’erano già arrivati all’epoca- ha detto Melito- Ho 5 bauli di ritagli di giornale, quelli che mia madre mi costringeva a leggere , che parlano di ciò che accadde. I giornali avevano già individuato nelle due figure che fuggirono nell’ombra Palazzotto e Cascio Ferro, anzi raccontavano che i primi tre colpi furono proprio sparati da Cascio Ferro, su cui Petrosino stava indagando, e che l’ultimo, quello mortale, arrivato dopo un po’ di tempo, fu invece di Palazzotto che assicurò così il lavoro al suo capo”. All’epoca questa storia non riuscì a passare nelle aule giudiziarie, dove è necessaria la prova. L’onorevole Ferrandelli De Michele testimoniò che la sera dell’assassinio Cascio Ferro era con lui nel suo salotto e che Palazzotto gli faceva da autista. Il caso venne chiuso e i due criminali restarono impuniti. Ma ora la verità è venuta a galla e anche il disonore per chi fece quella falsa testimonianza. Melito sorride contento degli sviluppi e fa notare “ vedete di che spessore era il mio prozio? Tutti i giornali ne hanno parlato, dandogli più rilievo dei 91 arrestati! e così Joe Petrosino ha perfino oscurato l’Operazione Apocalisse !” E’ il peso della divisa, di quella divisa che a distanza di un secolo dà ancora onore e lustro alla famiglia Petrosino e alla lotta contro le mafie.
Daria Scarpitta