“ Non c’è alcuna interlocuzione di Rfi con il Comune di Eboli pur essendo disponibili al confronto.” Così il sindaco Mario Conte spiega come al momento non sia arrivata alcune informazione ufficiale all’ente da lui guidato in merito al tavolo tecnico istituito presso il Ministero delle Infrastrutture su iniziativa del sottosegretario Tullio Ferrante per definire gli indennizzi di esproprio per l’Alta Velocità. Il tavolo, secondo quanto comunicato in una nota ufficiale,. si riunirà il prossimo 23 ottobre a Roma presso al sede del Ministero , sarà composto dai vertici del Consiglio superiore dei lavori Pubblici, Rfi e Ferrovie dello Stato e avrà come scopo quello di porre le basi di un vero confronto con il territorio,in particolare quello di Eboli, Campagna e della piana del Sele interessato dagli espropri. “Al momento non abbiamo ricevuto alcuna convocazione- ha detto il Sindaco Conte- Staremo pronti su ogni tavolo che si dovesse organizzare perché vogliamo capire cosa vuole fare Rfi. C’è un tavolo istituzionale che avevamo chiesto noi di aprire durante l’incontro al Consiglio superiore ai lavori pubblici per poter interloquire tra tutti gli interessati ma a cui poi non è stato dato seguito. Ora presenteremo istanza formale per la sua convocazione. Siamo pronti a rappresentare le esigenze dei cittadini e del Comune”. In questi giorni dopo un primo incontro con la popolazione l’amministrazione comunale sta lavorando per organizzare una strategia comune e consentire ai cittadini interessati di poter intervenire nel ricorso in atto dinanzi al Tar e di cui si discuterà il 19 dicembre prossimo. E proprio questa vicinanza del giudizio amministrativo spinge alla diffidenza il Cilento. “ Parlare di indennizzi- ha detto Egidio Marchetti presidente del comitato Cilento per l’Alta Velocità- a pochi mesi da un giudizio dinanzi al Tar ha il sapore dell’esca, del mercanteggiare per addolcire le controparti. Pensiamo che questi tavoli siano inopportuni e anzi vadano disertati fino a quando la legge non avrà fatto il suo corso. Le ragioni di questa battaglia non possono essere barattate con gli indennizzi”.
Daria Scarpitta