“ No a nuove esplosioni sul costone roccioso che sovrasta la strada del Mingardo. Sulla montagna sono stati praticati nuovi fori propedeutici ad un nuovo brillamento, nonostante l’ordine della Soprintendenza di rimuovere i massi in bilico con operazioni chirurgiche “. E’ il contenuto dell’esposto inoltrato in queste ore da Italia Nostra a tutte le autorità interessate al controllo del territorio a partire dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania, i Carabinieri e l’Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Intanto si allontana la possibilità di riaprire la strada al traffico prima delle vacanze di Pasqua. I lavori sono fermi e mercoledì dovrebbero incontrarsi le parti interessate in particolare : Comune di Camerota, Parco e Soprintendenza. Una riunione che evidentemente si è resa necessaria dopo gli ultimi episodi. Il soprintendente ha detto stop all’ordinanza di somma urgenza del sindaco Scarpitta nella parte che prevede l’utilizzo del materiale roccioso, finito sulla carreggiata, per il restauro della spiaggia sottostante la strada erosa dal mare, mentre possono proseguire i lavori per liberare la via dalle pietre e sganciare i massi in bilico, ma con in operazioni chirurgiche. All’ordinanza della Soprintendenza è seguito, nella giornata di ieri, la denuncia di Italia Nostra, che di fatto sollecita tutti ad un senso di responsabili e al rispetto del sito. << I danni causati dalle precedenti esplosioni sono ingenti ma evitiamo che diventino irreparabili >>, afferma il presidente della sezione Cilento-Lucano Teresa Rotella . << In questo gioco al massacro le nuove operazioni – spiega – stanno rendendo ancora più instabile tutta l’area interessata dai lavori di demolizione della falesia, senza che siano arrivate le necessarie perizie geotecniche di esperti incaricati da Enti accreditati. Italia Nostra resta sconcertata dal fatto che un’area di tutela riconosciuta e consolidata da istituti nazionali ed internazionali sia soggetta a simili trasformazioni ad opera di un ufficio tecnico comunale privo della dovuta competenza scientifica, professionale e culturale . Siamo – conclude Rotella – all’anarchia del territorio >>. L’esposto, accompagnato da una serie di foto, pone alla Procura tanti interrogativi, primi fra tutti : quali emergenze hanno indotto una simile distruzione? Perché un sindaco ha potuto coordinare tale iniziativa ?
Antonietta NIcodemo