Due anni e mezzo di reclusione. Questa la pena inflitta in primo grado dal Tribunale di vallod ella Lucania a Lello Sacco, titolare della discoteca il Ciclope di Marina Di Camerota . Dopo 7 anni arriva ad un punto il processo perla morte del giovane Crescenzo della Ragione che perse la vita nel locale nella notte tra il 10 e l’11 agosto del 2015. Una notte che avrebbe dovuto essere di baldoria e divertimento e trasformatasi in tragedia per un masso staccatosi dalla grotta e finito addosso al 27 enne di Mugnano di Napoli. I giudici hanno anche condannato la società che gestiva il Ciclope al pagamento di un indennizzo ai familiari dei genitori del ragazzo che sarà poi quantificato in sede civile. Il dibattito nelle aule giudiziarie è stato lungo e complesso, con diverse questioni poste da entrambe le parti. In questi anni la difesa di Sacco ha ad esempio fatto leva sull’assenza di un bollettino meteo che potesse far presagire che il trasferimento della serata dalla spiaggia alla discoteca fosse pericoloso e ha messo in evidenza come il trasferimento fosse necessario in quanto la spiaggia era off limits per la presenza dei nidi di tartaruga caretta caretta. Tutte tesi smontate dagli avvocati della famiglia che hanno invece fatto presente ai giudici che esisteva un’ ordinanza sindacale che vietava le serate nel locale dove già si erano verificati dei crolli . ma la questione su cui più si è dibattuto è su cosa abbia procurato la morte del 27enne. L’eventuale masso che lo colpì non è masi stato rinvenuto. per questo sulla base di alcune testimonianze era già stato condannato ad un anno e sei mesi con il rito abbreviato Antonio Campanile, il buttafuori di napoli che fece sparire il masso. Il perito del tribunale, il medico legale Amdamo Maiese dichiarò che la morte di Della Ragione avvenne sul colpo e per schiacciamento e che le lesioni riportate erano compatibili con la caduta di un un peso di circa 80 kg e non del ramo di un albero come sostenuto dalla difesa di Sacco. Nella vicenda nessuna responsabilità è stata rinvenuta dalla procura di vallo nei confronti degli ex sindaci di Camerota Bortone e Troccoli ,dei tecnici comunali e dei vigili urbani che dopo essere stati iscritti nel registro degli indagati non vennero rinviati a giudizio durante l’udienza preliminare, per loro il Gup decise il non luogo a procedere.
Daria Scarpitta