Oltre 80 anni complessivi di carcere e una sfilza di condanne per ex amministratori e dirigenti. Si chiude così in primo grado il processo relativo all’inchiesta Kamaraton, scoppiata nel maggio 2019, e che portò alla luce un sistema di conduzione personalistica del Comune di Camerota, fatta di clientele, appropriazioni indebite, appalti e nomine pilotate, uno stato di cose dove la corruzione pervadeva sia l’ambito politico che quello amministrativo. A febbraio scorso la lunga requisitoria del pm sui 42 imputati nel corposo processo, lunedì 2 dicembre la decisione del Tribunale di Vallo della Lucania in composizione collegiale dopo la camera di consiglio presso l’aula bunker di Fuorni.
E per alcuni imputati la sentenza è stata ancora più drastica. Come per i due ex sindaci Antonio Romano e Antonio Troccoli, per cui il pm aveva chiesto 11 anni. Il primo è stato condannato a 13 anni 5 mesi e 10 giorni di reclusione e all’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, il secondo, all’epoca dei fatti superfunzionario nei panni di Direttore Generale del Comune, a 12 anni e 10 mesi di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Condannato anche il figlio, Ciro Troccoli, che all’epoca era assessore. Per lui 5 anni e 6 mesi e interdizione perpetua. E poi 1 anno e 8 mesi all’ex vicesindaco, il dottore Michele De Duca. La pena più consistente è stata comminata però all’ex assessore Rosario Abbate, 14 anni con l’interdizione perpetua e l’incapacità di contrattare con la P.A per 5 anni. Condannati anche il commercialista Fernando Cammarano, 6 anni di reclusione, l’allora presidente del consiglio comunale Alfonso Esposito, 1 anno e 8 mesi di reclusione, Vincenzo Bovi, 5 anni di reclusione, Giancarlo Saggiomo e l’architetto Antonietta Coraggio, 4 anni ciascuno, Raffaella Di Bello, 4 anni e 9 mesi, il Comandante dei vigili urbani Antonio Ciociano, 3 anni e 5 mesi, Roberto Cavaliere, 1 anno di reclusione e Giuseppe Occhiati, 4 anni.
I giudici hanno anche disposto la condanna al risarcimento dei danni delle parti civili e la confisca di 500 euro ad Antonio Romano, 3300 euro a Ciro Troccoli e 1700 ad Abbate. Assolti gli altri imputati. Ora si attendono le motivazioni, dopo di che verrà proposto appello in secondo grado.