Capaccio, archiviata l’inchiesta sulla sfiducia all’ex sindaco Palumbo. Tutti prosciolti.

Cadono tutte le accuse nei confronti degli indagati nell’inchiesta della Procura di Salerno scattata all’indomani della sfiducia all’allora sindaco di Capaccio-Paestum Franco Palumbo, una sfiducia, votata da sei consiglieri dell’amministrazione e due della minoranza la vigilia di Natale del 2018 che segnò la fine di quella consiliatura dopo appena un anno e mezzo. La vicenda all’epoca alzò un polverone ma dopo quasi tre anni di indagini preliminari, il gip ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dal pm nei confronti degli 8 indagati, in primis l’imprenditore di Roccadaspide Roberto D’Angelo, finito nel 2021 ai domiciliari proprio perchè accusato di aver promesso soldi ai consiglieri comunali in cambio del loro voto di sfiducia a Palumbo e denaro a funzionari epr essere avvantaggiato in appalti pubblici milionari, in particolare i  lavori in Via Magna Grecia ma anche quelli per la valorizzazione del Villaggio Hera Argiva. La procura di salerno per la vicenda indagò anche l’allora presidente del Consiglio comunale Carmelo Pagano e i consiglieri dell’epoca Fernando Maria Mucciolo, Alfonsina Montechiaro, Pasquale Accarino, Angelo Merola e Francesco Petraglia. Ora sono stati tutti prosciolti e l’inchiesta è stata archiviata. nel corso degli accertamenti infatti sarebbero emerse una serie di incongruenze ad esempio che Petraglia era di turno in ospedale la sera della cena al ristorante di Giungano in cui venne avanzata la proposta corruttiva e che Accarino non era ancora consigliere comunale. In pratica non viene messo in dubbio che l’imprenditore D’Angelo di fatto fece la proposta ai convenuti alla cena ma non è possibile accertare l’accettazione della da parte dei presenti . Inoltre, anche in merito agli appalti milionari non ci sono riscontri. quello centrale dei lavori in Via Magna Grecia infatti si bloccò dopo la pubblicazione del bando proprio per la caduta dell’amministrazione  Palumbo.