Scoppia la polemica a Capaccio per il mancato utilizzo dei fondi del contributo statale ammontante a circa un milione di euro e destinato alla riqualificazione dell’area 220 di Paestum. Una nota del responsabile dell’Area Finanze del Comune ha fatto sapere al Sindaco Voza che i fondi non sono più utilizzabili per la mancata rendicontazione ed esecuzione di opere al riguardo e che, essendo stato revocato il finanziamento, dovranno essere restituiti nella misura di 880 mila euro appena le disponibilità di cassa del Comune lo permetteranno. Il primo cittadino Italo Voza ha subito fatto sapere che avvierà immediatamente un’azione di accertamento delle eventuali responsabilità contabili che hanno portato all’inutilizzo del finanziamento di scopo e che egli stesso attribuisce alle precedenti Giunte Sica/Fasolino e Marino. Il finanziamento in effetti risale al 2005 e Voza non ci sta a vedersi imputare questo cattivo risultato, visto che la sua amministrazione è stata solo spettatrice vedendosi recapitare , a soli sei mesi dall’insediamento, la richiesta di restituzione delle somme dalla Ragioneria dello Stato. Secondo Voza, la responsabilità è di chi in quegli anni e in quelli successivi non ha saputo come sfruttare tali risorse. E di certo il sindaco non le manda a dire. “ Sica e Fasolino – dice senza mezzi tempi- persero tempo senza individuare un percorso amministrativo concreto. Dopo di loro il vecchio/nuovo Marino provò a finalizzare i fondi con un concorso di idee ma, arrivati al dunque, fallì miseramente davanti ad un’analisi sbagliata della Soprintendenza e in definitiva, sentendosi molto sollevato di non dover attuare l’intervento. I signori amministratori del tempo se avessero voluto difendere il finanziamento, avrebbero dovuto fare ricorso al Tar ma da loro nulla fu fatto.” Ora Voza punta a far pesare le responsabilità dei big della politica capaccese per questi 880 mila euro non solo persi per la riqualificazione di Paestum ma anche da restituire.
Daria Scarpitta