Due rinvii a giudizio per la morte della piccola Debora Feo è quanto ha chiesto il Pubblico Ministero titolare delle indagini per una ginecologa e un’ostetrica dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, per entrambe l’ipotesi di reato è di omicidio colposo. Oggi la bimba avrebbe avuto due anni e tre giorni, ma, invece, il suo cuoricino cessò di battere a poche ore dalla nascita avvenuta il 26 marzo del 2012. Per l’inaspettata morte dei sette, tra medici e paramedici, raggiunti subito dopo il decesso da avvisi di garanzia il Pubblico Ministero ha riscontrato possibili responsabilità solo per le due professioniste, si tratta di coloro che presero in cura subito dopo il ricovero la signora Anna Orlotti alla sua terza gravidanza. L’udienza preliminare è stata fissata al prossimo 18 settembre, in quella sede il Gup, del Palazzo di Giustizia di Vallo della Lucania, dovrà decidere se avviare o meno il processo per la ginecologa Di Filippo e l’ostetrica Di Feo. La piccola Debora subito dopo la nascita evidenziò problemi respiratori, per questo fu disposto il trasferimento in un centro specializzato, ma al Monaldi arrivò solo a tarda notte. Sotto accusa finì, dopo la denuncia presentata dal papà della bimba, il ritardo nell’arrivo a Vallo della Lucania dell’ambulanza rianimativa neonatale. Dalla nascita avvenuta alle 18, il mezzo di soccorso giunse nel nosocomio cilentano alle 23:30, ripartì alle 23:50 e arrivò a Napoli all’una e trenta. Le condizioni della neonata a quel punto erano già critiche e in mattinata spirò. Gli accertamenti medico legali finora seguiti, hanno evidenziato i legali della famiglia Feo, hanno accertato che la bimba era perfettamente sana, se errore c’è stato, hanno riferito gli avvocati, è da ricercare nella sala parto”. L’autopsia, a loro dire, avrebbe accertato la morte per asfissia perinatale, insufficienza respiratoria e collasso degli organi in seguito al parto.
Roberta Cosentino