Tutto rinviato al 20 marzo, è terminata così la prima udienza del processo che vede imputato il sindaco di Capaccio e Presidente della provincia di Salerno Franco Alfieri, la sorella Elvira Alfieri, l’ex capo staff Andrea Campanile, i due imprenditori della Dervit Vittorio De Rosa e Alfoinso D’Auria, e il funzionario comunale Carmine Greco tutti e sei ancora ai domiciliari e sotto processo per fatti legati ad appalti effettuati dal comune di Capaccio. Alfieri, sospeso da tutte le cariche, e accusato di corruzione, turbata libertà degli incanti e associazione per delinquere.
L’udienza, celebrata dinanzi ai giudici del secondo collegio della seconda sezione penale di Salerno, è durata un’ora e mezza. Le difese ne avevano chiesto il rinvio, in attesa della decisione della Corte di Cassazione, che il prossimo 14 febbraio dovrà pronunciarsi sia sulle misure cautelari che sulla presunta incompetenza territoriale della Procura di Salerno. Il collegio ha deciso di procedere sia con l’acquisizione della costituzione parte civile del Comune di Capaccio Paestum che delle eccezioni preliminari, e rinviare ogni decisione all’udienza fissata a marzo, quindi dopo la sentenza della Cassazione.” La questione principale è quella della incompetenza per territorio per il capo d’imputazione relativo alla corruzione, un reato che sarebbe stato commesso a Torchiara attraverso un bonifico della Dervit. Il 14 marzo si saprà se il processo potrà essere trasferito da Salerno a Vallo della Lucania. E su questo argomento la difesa si è dichiara soddisfatta per per l’accoglimento dell’incompetenza per territorio da parte del procuratore generale presso la Corte di Cassazione.