È in hotel a Salerno. Così il sindaco di Casal Velino Silvia Pisapia sta affrontando il divieto di dimora notificatole a seguito di un’indagine della Procura di Vallo della Lucania che ha squarciato il velo su un sistema basato su assunzioni pilotate, affari con cooperative amiche e affidamenti irregolari. Con lei sono indagate altre 13 persone, nomi eccellenti del territorio. C’è il suo predecessore, l’ex sindaco Domenico Giordano, l’ex assessore Giovanni Cammarota, i responsabili dell’ufficio tecnico Comunale Domenico Pinto e Angerlo Gregorio, l’ex responsabile dell’ufficio finanziario Lucio Esposito, il funzionario del servizio manutenzioni Pasquale Cammarota, quello della polizia municipale Giuseppe Schiavo, l’ex responsabile del servizio affari generali Anna Caruso, l’allora presidente del Consac Luigio Rispoli, gli amministratori di alcune cooperative, Angela Lista della Marine Service, Raffaele Cammarano di Cilento Mense e Massimiliano Lista di Immobiliare Cantieri srl. E poi c’è il marito della sindaca Massimo Morinelli, finito nel mirino per una concessione edilizia in area non edificabile.
Tutto è partito dalla procedura per la realizzazione dell’area pip a Vallo Scalo e dall’operato dell’ex sindaco Giordano e dei tecnici Pinto e Gregorio, accusati di truffa aggravata per avere presentato alla regione documenti falsi relative a manifestazioni di interesse nell’acquisto dei lotti da parte di privati. È in questa vicenda che viene coinvolto con l’accusa di peculato l’ex presidente del Consac Rispoli, accusato di aver distratto fondi a beneficio del Comune di casal Velino. Quasi 200mila euro per l’ottenimento di un lotto nell’area pip, di cui Rispoli era progettista e direttore, senza che tale lotto entrasse poi concretamente nelle disponibilità di Consac. Sono le intercettazioni a far emergere quella che gli inquirenti chiamano un comitato affaristico-clientelare, dove la Pisapia fa pesare il suo potere, chiedendo ai funzionari e agli imprenditori atti straordinari, assunzioni di favore ma anche eseguendo appalti pilotati di servizi essenziali, dal porto ai rifiuti dalla mensa alla manutenzione. Vengono fuori così affidamenti di appalti alle cooperative in cambio di assunzioni di personale individuato dal sindaco e viene fuori la caparbietà con cui il primo cittadino insiste in queste azioni nonostante qualche rimostranza o titubanza di funzionari e altri sottoposti. Ora si attendono le memorie difensive degli indagati e il prossimo passo del Pm in ordine all’archiviazione o al rinvio a giudizio, mentre la minoranza è pronta a dare battaglia. “Sono dieci anni – ha detto il capogruppo Fabio Morinelli – che denunciamo questo stato di cose e questo è solo l’inizio”.
Daria Scarpitta