Divieto di dimora a Casal Velino per il sindaco Silvia Pisapia. È accusata di corruzione, abuso d’ufficio, falsità ideologica, in una inchiesta coordinata dalla Procura di Vallo della Lucania che interessa anche altre 13 persone tra amministratori comunali, funzionari e imprenditori.
Ancora una bufera giudiziaria coinvolge un Comune cilentano e quello che viene fuori dalle indagini è nuovamente un quadro di favori, affidamenti illegittimi, logiche clientelari. Questa mattina i Carabinieri della Compagnia di Vallo della Lucania, diretti dal capitano Annarita D’Ambrosio, hanno eseguito l’ordinanza applicativa della misura cautelare personale del divieto di dimora nei confronti della prima cittadina. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale Ordinario di Vallo della Lucania al termine di una lunga e complessa attività di indagine svolta dell’Arma dei Carabinieri – sotto la direzione della Procura vallese – che ha consentito di appurare come la Pisapia, “andando al di là dei compiti istituzionali connessi alla sua carica, si sia inserita in provvedimenti non di sua competenza, gestendoli a proprio piacimento”.
I fatti farebbero riferimento ad un periodo che va dal 2015 al 2018 e tutto sarebbe partito da alcune segnalazioni su presunte illegittimità nella procedura amministrativa per la realizzazione dell’area Pip a Vallo Scalo. Sarebbe stata smascherata così secondo gli inquirenti una macchina burocratica malsana, guidata e strumentalizzata con astuzia attraverso legami con collaboratori e titolari di cooperative aggiudicatrici di appalti pubblici. I reati contestati sarebbero stati posti in essere «allo scopo di acquisire, in modo diretto o indiretto, il controllo di concessioni, autorizzazioni, appalti e pubblici servizi e, quindi, di realizzare profitti ingiusti attraverso la sistematica e illegittima attribuzione degli appalti a imprenditori “amici” in cambio di un consolidamento del potere politico attraverso l’attribuzione ai “clientes” di posti di lavoro».
Le indagini sono state portate a termine, dai Carabinieri della stazione di Acquavella, comandati dal maresciallo Domenico Castiello, e coordinati all’epoca dei fatti dal capitano Mennato Malgieri, comandante della compagnia di Vallo della Lucania. Il do ut des scoperto ha riguardato tutti i servizi comunali essenziali: la portualità, la manutenzione, la raccolta dei rifiuti, la refezione scolastica e puntava anche ad accaparrarsi illegittimi permessi di costruire in zone particolarmente appetibili dal punto di vista edilizio. Al centro delle indagini anche una concessione edilizia non in regola per la casa del marito del sindaco. Tra gli indagati anche l’ex sindaco di Casal Velino Domenico Giordano e l’ex presidente del Consac Luigi Rispoli.
Daria Scarpitta