Non è stato riscontrato alcun abuso e per questo l’Osservatorio per lo studio della migrazione degli uccelli non sarà demolito, né tantomeno sarà revocato il finanziamento. Così hanno deciso i giudici del tribunale amministrativo regionale che, con tre sentenze di merito, hanno, di fatto, dato ragione al comune di Centola. Sulla realizzazione dell’edificio in località Chiancone si erano espressi negativamente sia la Regione Campania che l’ente Parco, ma anche diverse associazioni tra cui il Codacons, con una denuncia alla Corte dei Conti e non da ultima la Lipu, che in più di un’occasione aveva definito la struttura sulla rupe del Mingardo un “ecomostro legalizzato”. L’osservatorio che avrebbe dovuto richiamare ornitologi da tutto il mondo, con il passare del tempo, e a circa tre anni di distanza dal sequestro disposto dalla procura della Repubblica di Vallo della Lucania, si è trasformato, invece, in un ennesimo esempio di spreco, di degrado oltre che ritrovo per vandali. Dei tre ricorsi presentati, il governo centolese, due li aveva proposti, tramite l’avvocato Ferrara, contro la regione Campania : il primo in opposizione all’intimidazione ad abbattere il fabbricato e a ripristinare lo stato dei luoghi, il secondo contro la revoca del finanziamento regionale pari ad un milione e mezzo di euro. Il terzo ricorso , il comune di Centola lo ha inoltrato, contro il Parco che nel 2011, con un ordinanza firmata dal direttore de Vita, aveva imposto la demolizione dell’osservatorio, ritenuto abusivo. Il comune di Centola in tutti e tre i casi ha avuto ragione.
Roberta Cosentino