Consac lancia l’ennesimo allarme sull’obsolescenza delle tubature e i disagi nell’erogazione dell’acqua al Cilento e avvisa che ci saranno ripercussioni anche in bolletta. I timori espressi la scorsa primavera circa i problemi nella fornitura idrica del Cilento sono ormai una realtà. La conduttura principale, l’adduttrice Faraone , che garantisce l’approvvigionamento ai paesi di Celle di Bulgheria, Torre Orsaia, Roccagloriosa, Camerota, Centola, S.Giovanni a Piro, Pisciotta, Ascea, Casal Velino, Omignano, Acciaroli, e Montecorice è funestata da rotture quotidiane a cui, per mettere mano, Consac è costretta a sospendere l’erogazione dell’acqua per diverse ore in Comuni che in questo periodo vedono triplicare la popolazione per le presenze estive. L’ultima riparazione in ordine di tempo è stata lo scorso 14 luglio quando si sono venute a creare circa 20 falle nell’arco di 7 km di tubazione e l’erogazione idrica è stata sospesa a buona parte della fascia costiera cilentana.Una situazione che non ha ripercussioni solo per il turismo , l’immagine e i servizi offerti dal Cilento , ma anche per i residenti che dovranno mettere mano al portafogli per ovviare ai costi conseguenti alle rotture. Si perché le falle comportano dispersioni idriche di diverse decine di litri al secondo lungo il percorso che oltre a significare acqua che non arriva ai rubinetti, vuol dire anche acqua sottratta al fiume Mingardo, per il quale va comunque garantito un deflusso minimo a salvaguardia della flora e della fauna. Proprio perciò In questi giorni è stato attivato un nuovo pozzo nei pressi della sorgente Faraone a Rofrano che dovrebbe servire a garantire il deflusso minimo al fiume. Servirà infatti ad emungere acqua dalle falde profonde per lasciarla poi defluire in torrente a beneficio dell’ambiente. Un’operazione che ha un suo costo energetico- ci tiene a precisare Consac- e tale prezzo è destinato a riverberarsi negativamente sulla tariffa. Di qui il nuovo allarme lanciato da Consac e il nuovo appello alla regione campania “.le attività manutentive, per quanto costantemente poste in opera – hanno fatto sapere con una nota dalla società- non sono più sufficienti a garantire la tenuta della tubazione, afflitta da problematiche strutturali che possono essere risolte solo con una radicale sostituzione del sottoservizio. L’intervento di sostituzione della condotta idrica ‘del Faraone’ sarebbe, quindi, la definitiva soluzione. “ ma il costo è proibitivo, superiore alle capacità di investimento di Consac. Si tratta di circa 5,5 milioni di euro per cui è stato più volte chiesto il finanziamento a Palazzo Santa Lucia ma invano.
Daria Scarpitta