La seconda trance di indagine sul mega impianto di calcestruzzo di Casteluovo Cilento, ha portato in queste ore oltre che alla confisca dell’intero stabilimento anche al sequestro preventivo di diciannove unità immobiliari. Il provvedimento emesso dal Giudice per le indagini preliminari è stato eseguito dai militari delle fiamme gialle di Vallo della Lucania diretti dal tenente Giovanni Statello. L’impianto di betonaggio ubicato sulla sponda destra del fiume Palistro, al confine con il Comune di Ascea, gestito da due noti imprenditori locali, già agli arresti domiciliari con l’accusa di bancarotta fraudolenta e false comunicazioni sociali, è costituito da beni mobili ed immobili, attrezzature ed automezzi che erano stati distratti dal patrimonio societario attraverso delle operazioni economiche che avrebbero causato un passivo nel bilancio provocando il dissesto della società. L’attività investigativa delle Guardia di Finanza, attraverso approfonditi accertamenti contabili e documentali, ha permesso di ricostruire con esattezza tutte le operazioni societarie eseguite prima della dichiarazione di fallimento, emessa dal Tribunale di Vallo della Lucania nel Luglio 2012, mediante cui gli imprenditori riportavano in bilancio come crediti le situazioni debitorie in modo da indurre in errore i fornitori e cagionare, così, un danno patrimoniale ai creditori. La vasta indagine si è conclusa con l’esecuzione del decreto di sequestro preventivo dell’impianto di betonaggio, esteso su un’area di circa 30.800 mq., unitamente a 19 unità immobiliari ubicate tra Vallo della Lucania e Agropoli, varia attrezzatura edile, ponteggi ed automezzi, per un valore di 1,2 milioni di euro.
Roberta Cosentino