Un documento per fermare l’empasse alla Comunità del Parco. E’ quanto ha redatto il sindaco di San Mauro Cilento, Giuseppe Cilento, per scuotere gli animi e trovare una soluzione alle varie correnti che impediscono il raggiungimento di un accordo per la nomina del Presidente della Comunità. No agli scontri personali, mantenere il Presidente attualmente in carica, cioè il vice di Vassallo, Antonio Radano e puntare sulle commissioni. Questa la proposta del primo cittadino. “ Già in passato – ha scritto ne documento -la Comunità ha lavorato con proficuità nelle commissioni e non si comprende per quale motivo siano venute meno, togliendo a 80 sindaci qualsiasi ruolo.” Il suo obiettivo è quello “di formare 6 commissioni, che nel giro di almeno sei mesi (ma anche più, se occorre) costruiscano per la Comunità dei sindaci un progetto ben definito negli obiettivi, misurabile nei risultati, scadenzato nel tempo, cosa che oggi manca, ammette lo stesso Cilento, “ed è per questo che i sindaci finiscono per essere inattivi”. Poi si dovrà “passare alla elezione del presidente e dei coordinatori delle 6 commissioni (un possibile ufficio di presidenza della Comunità), dentro le quali impegnare tutti gli 80 sindaci.” Una proposta la sua che forse tenta di superare i personalismi aumentando i ruoli di responsabilità ma che ha il merito di inquadrare perfettamente la situazione venutasi a creare, facendo un sano mea culpa: “Mi sono messo a scrivere – dice- perché mi è sembrato che eventuali riluttanze a migliorare il metodo di lavoro si possano superare fornendo ragionamenti, stimoli alla soluzione di problemi troppo a lungo lasciati marcire, che meritano almeno una discussione. Non si può essere consultati solo per votare per qualcuno; ogni tanto serve capire che cosa pensiamo, che cosa vogliamo fare di buono. Qui si pretende di fare esattamente il contrario: prima si nomina e poi degli obiettivi non si discute “. Cilento invita i suoi colleghi a conoscere di più il Parco, ad entrare dentro la sua anima e conclude amaramente: questa proposta “mi sembra preferibile all’isolamento in cui noi ora viviamo il nostro “impegno” istituzionale, che è esattamente il contrario di quello che ci doveva capitare dopo l’assassinio di Angelo Vassallo, che rimane, è bene ricordarlo, ancora impunito”.
Daria Scarpitta