Terminata la lunga e complessa indagine sui falsi diplomi coordinata dalla Procura di Vallo della Lucania e svolta sul territorio dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria e dalle Compagnie di Vallo e di Agropoli. Una vicenda che partita dalla scoperta nel 2019 di un diplomificio con base a Castellabate, l’Istituto Professionale paritario Passarelli di San Marco, ha finito per estendersi con varie ramificazioni in tutta Italia. Nelle scorse settimane erano cominciati ad arrivare gli avvisi di conclusione indagini nelle varie zone del nostro Paese interessate, come ad esempio la provincia di Como, ora è arrivata lo stop all’inchiesta a livello complessivo. In totale sono risultati 554 gli indagati che a vario titolo devono rispondere dei reati di corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa aggravata ai danni dello Stato. Ammonta invece ad oltre 7.500.000 euro il danno inflitto alle pubbliche amministrazioni. L’indagine era scaturita dalla segnalazione – a cura di un Ufficio Scolastico Regionale – della circostanza singolare che alcuni docenti, per l’assunzione in ruolo nel 2018, presentavano titoli di studio datati ma mai esibiti nelle procedure concorsuali precedenti. A quel punto i militari dell’Arma decisero di approfondire e, acquisirono centinaia e centinaia di titoli di studio “sospetti” su tutto il territorio nazionale. La certosina analisi documentale durò oltre un anno e portò alla scoperta di firme false in oltre 400 “diplomi”, false pergamene e discrasie tra registri e titoli, una vera e propria fabbrica di titoli di studio falsi e non certo gratuiti: tra i 1000 e i 2.500 euro il costo accertato dagli investigatori di ciascuno dei vari titoli di studio falsi rilasciati (diplomi di grado preparatorio, diplomi di specializzazione polivalente, diplomi di qualifica professionale) che hanno addirittura consentito a numerosi indagati, residenti sull’intero territorio nazionale la vincita di concorsi in ambito scolastico.
DARIA SCARPITTA