Negozi che chiudono, altri che tentano di sopravvivere, altri ancora che riescono ad andare avanti grazie alla fedeltà dei clienti: una fragile realtà commerciale che si avverte attraversando le vie principali della città di Sapri. Fino allo scorso anno sulle vetrine dei negozi comparivano cartelli con su scritto “fittasi”, oggi invece proliferano quelli che annunciano la cessione dell’attività. Una situazione che ha mandato in crisi anche i cinesi che negli ultimi tempi sembravano aver conquistato il mercato locale. Dei cinque negozi aperti dagli asiatici, due hanno chiuso i battenti e qualcun altro pare pronto a fare la stessa cosa. Qualcuno affida le responsabilità di questo triste scenario all’amministrazione comunale, accusandola di inattività rispetto all’emergenza commercio. Critiche che il sindaco Giuseppe Del Medico respinge al mittente. “ E’ vero che anche noi abbiamo delle colpe ma è pur vero che abbiamo tentato di aprire un tavolo di confronto con i commercianti. E’ stato però impossibile perché nella nostra città non c’è un’associazione che li rappresenti e quindi non c’è un’aggregazione con cui interagire. L’Asei, dopo le dimissioni del presidente, è inattiva. La Confcommercio aveva dato vita agli stati generali, ma poi il progetto pare si sia arenato. Noi – continua Del Medico- vogliamo promuovre un progetto di rilancio dell’economia locale ma questo deve avvenire attraverso un percoso condiviso con le parti interessate che ad oggi hanno difficoltà ad unirsi”. Il sindaco se la prende anche con i proprietari dei locali destinati alle attività commerciali. Più volte il comune ha chiesto loro di abbassare gli affitti per favorire l’apertura di nuove attività. Intanto resta la triste realtà: negozi vuoti e altri in cerca di nuovi proprietari.
Antonietta Nicodemo