Si chiude con ottanta indagati la seconda trance della maxi inchiesta sugli appalti truccati della provincia di Salerno. Gare pubbliche pilotate tra il 2005 e il 2007 quando al timone dell’ente di palazzo Santa c’era il Partito Democratico con Angelo Villani presidente. La chiusura degli accertamenti della Direzione Distrettuale Antimafia è stata ufficializzata ieri con la notifica degli avvisi a personaggi eccellenti, nomi noti della politica salernitana ; la prima fase, ha invece, visto coinvolti imprenditori e tecnici della provincia ed è già arrivata ai patteggiamenti; è il caso degli imprenditori Giovanni e Rino Citarella sui quali la Cassazione si esprimerà la prossima settimana, ma anche dei Di Sarli di Teggiano o dei Ruggiero di Capaccio. Ottanta, come detto, i destinatari dei provvedimenti tra i quali, oltre all’ex presidente della provincia Angelo Villani, accusato di peculato e falsità in atto pubblico, per essersi fatto asfaltare uno spiazzo di una sua attività commerciale per un ammontare di 40 mila euro, anche l’ex assessore ai lavori pubblici Franco Alfieri, anche se, in realtà, il nome dell’attuale sindaco di Agropoli era già venuto fuori nella prima fase di indagine. L’accusa che pende sul primo cittadino agropolese è di corruzione, reato che sarebbe stato prolungato nel tempo e avvenuto in concorso con più persone. Il suo nome fu fatto dall’imprenditore Rino Citarella intercettato al telefono proprio con il politico del Pd. Al sindaco di Agropoli, in particolare vengono addebitati due episodi , due tangenti per un totale di 25mila euro intascate per altrettanti appalti pubblici. A tutti gli altri indagati è stato contestato a vario titolo il reato di associazione per turbata libertà degli incanti, corruzione di pubblici ufficiali , falso in atto pubblico. Politici, imprenditori, tecnici e funzionari si sarebbero organizzati per decidere a chi, come e quando affidare le gare d’appalto pubblicate dell’ente di palazzo Sant’Agostino.
Roberta Cosentino