La psicosi ha contagiato più del coronavirus. Nelle piccolissime realtà, come quelle del Cilento e del Vallo di Diano, ha portato alla esasperazione, le istituzioni chiamate a tutelare la salute pubblica e le comunità. Direttori sanitari dei distretti, dirigenti scolastici e Sindaci passano intere giornate a tranquillizzare genitori e cittadini in agitazione, tutti concentrati a controllare se si disinfettano i luoghi pubblici oppure se chi è giunto dal nord ha comunicato il suo arrivo in Comune. Tutto questo perché, da queste parti, dove esistono paesi anche con 300 , o 500 o 1000 abitanti, è difficile sfuggire al controllo dell’intera popolazione. Con crescere della psicosi si allunga la lista dei provvedimenti restrittivi. Feste pubbliche annullate, scuole chiuse, chiese con restrizioni nelle celebrazioni. Questo avviene mentre la gente continua ad arrivare dal nord e a circolare per le strade, ad entrare nei luoghi pubblici e tutti gli altri a recarsi al lavoro. Se i divieti servono a tranquillizzare gli animi ben vengano, ma se questi non bastano allora affidiamoci ai consigli di nonna Rosetta di Casa Surace ( nel servizio che segue i suoi ironici consigli ).
Antonietta Nicodemo