Lanciato da Sanza l’allarme sui danni all’agricoltura determinanti dalla fauna selvatica. Venerdì presso il centro di Educazione Ambientale si è svolto un convegno promosso dall’Associazione Sapienza Onlus, presieduta da Pasquale Citera che è tornato ad accendere i riflettori sulla tematica diventata ormai una vera e propria piaga per i tanti agricoltori della zona che vedono andare in fumo nel giro di una notte il duro lavoro dalle incursioni di cinghiali e affini. Nel corso dell’incontro è venuto fuori infatti che recentemente sono anche numerosi i danni arrecati da cervi e caprioli che riescono a saltare anche recinzioni molto alte e a rovinare ettari di raccolti. La questione è sovracomunale e da tempo impastata da burocrazia, rimpalli di responsabilità e lentezza decisionale che hanno impedito una soluzione risolutiva. Al tavolo dei relatori, oltre agli assessori di Sanza Antonio Citera e Francesco Antonio Cozzi, il presidente del Parco Tommaso pellegrino che ha evidenziato le azioni messe in campo fino ad ora dall’ente. “. È urgente una nuova ed adeguata politica di contenimento- ha detto- a partire dai piani di prelievo selettivi della fauna selvatica presente nell’area. Si rende quindi necessario il monitoraggio costante delle popolazioni di ungulati e di lupi con metodologie innovative”. Durante i lavori, si è messo in evidenza che una delle maggiori difficoltà incontrate per arrivare ad una soluzione sta nella conflittualità tra il mondo dell’agricoltura, quello ambientalista e quello venatorio e che anche la normativa in vigore risente della sovrapposizione di competenza che afferiscono in parte al Ministero dell’Agricoltura e in parte a quello dell’Ambiente. Toccate anche le tematiche della quantificazione dei danni e della determinazione dell’indennizzo. L’avvocato ambientalista Giuseppe Rubino ha sottolineato che il fenomeno in crescita pone concreti problemi nella prospettiva della prevenzione del suo danno e del conseguente ristoro.
Daria Scarpitta