“Poca chiarezza, infinite parole ammalianti , grossi dubbi geologici ed un’avvertenza: non siamo la pattumiera del Vallo di Diano”. Si riassume in queste parole la lettera aperta sul progetto delle Dighe di Montesano e Casalbuono firmata dal comitato No dighe costituitosi a Casalbuono, il Nessuno Dorma di Montesano e Italia Nostra sezione Cilento Lucano. Dalla missiva si emerge la delusione per l’assenza di chiare informazioni sulla realizzazione delle opere. “ Qual è lo scopo di questi pesanti investimenti che cambieranno i connotati di vaste aree- si legge nella lettera – Approvvigionamento idrico? e quali sono le aree a rischio siccità? Mitigazione del rischio idrogeologico? E allora non dovrebbe individuarsi una posizione precisa ed ottimale? Per quale motivo Casalbuono e Montesano dovrebbero accettare due grandi dighe, rinunciare al fiume, consentire la devastazione del territorio, e pregiudicare la salute dei propri cittadini?”. I dubbi sollevati sono infatti diversi : il fatto che venga affrontata la progettazione senza operare approfonditi esami geologici, la fattibilità tecnica,l’impatto sull’habitat, l’utilità nel fermare davvero le piene, il rischio che scompaia il fiume e il luogo scelto per l’ubicazione tenendo conto che la confluenza maggiore di acqua c’è tra Sassano e Teggiano .
Insomma sono diverse le contestazioni su questo progetto che prevede una diga alta 28 metri a Casalbuono con capacità di 600mila metri cubi e una alta 45 metri a Montesano dove le acque arriverebbero attraverso una condotta di due metri di diametro e lunga 11 km. “Il popolo di Montesano e Casalbuono vorrebbe avere più chiarezza- conclude la lettera- e nell’incertezza avverte “ non siamo la pattumiera del Vallo di Diano dove piazzare investimenti ad uso privato che altri non vogliono”. Si scaldano gli animi sul progetto delle dighe nel Vallo di Diano e mercoledì il dibattito pubblico approda, per l’ultima volta in presenza, a Padula con la spinta del presidente del Consorzio Curcio alla partecipazione dei sindaci, fino ad ora rimasti stranamente in silenzio.