Una cerimonia intensa, una grande lezione etica e di umanità. Le celebrazioni per il 40esimo anniversario di sacerdozio del parroco di Santa Marina-Policastro Don Antonino Savino sono state un’opportunità unica per i cittadini di ascoltare messaggi educativi, positivi, di speranza ma anche di critica all’attuale società, una critica, però, mai ferma, anzi volta all’azione e all’azione individuale. La Santa Messa in Cattedrale a Policastro ha visto Don Antonino attorniato dai sacerdoti suoi amici e mentori, perché è stata una festa del percorso spirituale da lui compiuto dove ogni persona incontrata ha contribuito alla costruzione di un frammento della sua vita. Sull’altare è stato affiancato da un lato da Don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, e dall’altro da Don Tonino Palmese, coordinatore campano dell’associazione che lotta contro le mafie, due amici venuti a festeggiare con lui questo importante traguardo. E’ stato Palmese nella sua omelia, con i suoi accenti profondi e al tempo stesso affabili, a tratteggiare la figura di Don Antonino, un prete vicino alla gente, ai problemi e ai giovani. Inevitabile la citazione su Don Lorenzo Milani, il suo impegno civile, il suo invito alla disobbedienza. La giornata di festa è proseguita poi al cineteatro di Policastro Bussentino dove il primo cittadino aveva organizzato un incontro sulle dipendenze con una parata di autorità, dal senatore Ciro Falanga al Procuratore di Lagonegro Vittorio Russo, dal comandante dei Carabinieri di Sapri Michele Zitiello al Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro Antonio De Luca. Ma Don Luigi Ciotti ha da subito esordito prendendo le distanze dai manifesti visti in giro e dal convegno organizzato. “ Non ho mai accettato – ha detto nell’imbarazzo dei presenti – di partecipare ad incontri di quel tipo. Sono venuto qui esclusivamente per i 40 anni di sacerdozio di un amico, per vivere questo momento con lui, per fare festa.” E il suo intervento è stato tutto all’insegna dell’umiltà e dell’invito alla responsabilità individuale e al “noi”. Più volte Don Luigi ha dichiarato “ Io sono piccolo rispetto ai problemi e alla complessità della società moderna ma se agiamo insieme come gruppo possiamo vincere le sfide moderne. Il cambiamento che noi tutti sogniamo e desideriamo ha bisogno di ciascuno di noi. Ognuno è chiamato a fare la propria parte. Qui porto una testimonianza con il noi e non con l’io. Quello che ho fatto con i miei limiti e le tante gioie è solo grazie al noi”. L’invito di Ciotti è stato dunque ad agire nella consapevolezza che nessuno può farlo al posto nostro, che non si possono attribuire agli altri quelle che sono nostre responsabilità. Il suo discorso è andato avanti sorretto da due punti di riferimento, il Vangelo e la Costituzione. “La politica è carità” ha detto riunendoli in un colpo solo. Una sollecitazione ad operare per quel bene comune oggi troppo spesso perso di vista, un “sursum corda” di inestimabile valore.
Daria Scarpitta