Chi ha aiutato Biagio Maceri durante la sua latitanza? A questo interrogativo stanno cercando di dare una risposta i Carabinieri del Nucleo provinciale di Salerno e quelli della Compagnia di Sala Consilina che hanno agito alle prime luci dell’alba di martedì per arrestare il 45enne da nove mesi resosi irreperibile. Al vaglio c’è la posizione di un uomo, che non avrebbe nessun rapporto di parentela con Maceri ma che , secondo gli inquirenti, potrebbe avere avuto un ruolo nel favorire la latitanza del titolare della Bimaltex. E’ tutto ancora da accertare, ma il sospetto che in questi nove mesi in cui Maceri ha girovagato tra i boschi di Basilicata e Calabria, dormendo in alloggi di fortuna, qualcuno era a conoscenza di questa sua latitanza e lo abbia aiutato anche solo assicurandogli del cibo è più che legittimo. Al momento non ci sono accuse precise, solo un’indagine in corso nei confronti di una persona che potrebbe venire accusata di favoreggiamento qualora ci fossero dei riscontri. D’altra parte che Maceri al momento dell’arrivo dei carabinieri non fosse da solo nel casolare in cui si era rifugiato in una zona impervia di Tortora. Quest’ultimo elemento dimostra come la terribile vicenda del rogo di Montesano che si sta protraendo da otto anni ormai non sia per nulla conclusa. Non lo è di certo per i familiari delle vittime che non avranno nessun risarcimento, a quanto pare, viste le condizioni economiche di Maceri e che ritengono irrisoria la pena comminatagli, 8 anni per omicidio colposo plurimo, incendio e violazione delle norme di sicurezza dei luoghi di lavoro . D’altra parte la 49enne Anna Maria Mercadante e la 15 enne Giovanna Curcio non potranno essere più restituite ai loro cari. Ora Maceri si trova nella casa circondariale di Sala Consilina ed ha iniziato il suo percorso da detenuto.
Daria Scarpitta