Non luogo a procedere perché il fatto non sussiste. Si è chiusa così la vicenda che vedeva coinvolti tra gli altri l’ex Direttore del Parco del Cilento Angelo De Vita e il dirigente della Comunità Montana Vallo di Diano Beniamino Curcio, assieme ad altre tre persone , tra funzionari e professionisti. A deciderlo il Gup del Tribunale di Vallo della Lucania che nell’udienza preliminare in cui doveva pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio, ha messo fine sul nascere alla questione, assolvendo di fatto tutti gli imputati. I fatti contestati risalivano al periodo 2012-2013 . I 5 coinvolti rispondevano di reati vari tra abuso d’ufficio, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed usurpazione di funzioni pubbliche. Lo scenario era quello dell’uso dei fondi europei per diversi progetti per l’avviamento e la salvaguardia dei boschi vetusti in diversi Comuni del Cilento e Vallo di Diano, tra cui Novi Velia, Laurino, San Rufo, Rofrano, Montano, Castelcivita, Sessa Cilento, Omignano. De Vita in qualità di Direttore del Parco, assieme al responsabile dell’Obiettivo Operativo 1.8 era stato accusato di aver falsamente attestato la conformità a tale obiettivo finanziato dalla Comunità Europea che prevedeva di incrementare l’attrattività dei parchi attraverso la riqualificazione dell’ambiente naturale, di una serie di progetti che prevedevano invece, secondo le contestazioni, taglio di numerosi alberi ad alto fusto, la creazione di piste di esbosco con un mutamento dell’assetto paesaggistico e il vantaggio patrimoniale alle ditte aggiudicatarie dei lavori. Così facendo avrebbero indotto in errore altri funzionari e arrecato un danno erariale alla Comunità Europea per oltre due milioni di euro. La difesa del Direttore, sostenuta dall’avvocato Franco Maldonato ha invece fatto rilevare, tra l’altro, come i boschi dovevano essere avviati a vetustà in quanto il legno morto alimenta quella biodiversità che caratterizza l’ambiente del Parco. Il Giudice ha dunque stabilito per il non luogo a procedere nei confronti di tutte e 5 le persone coinvolte. Beniamino Curcio era stato chiamato in causa per il solo reato di usurpazione di funzioni pubbliche in quanto componente dell’Associazione Temporanea di Professionisti a progettare e dirigere i lavori.
Daria Scarpitta