Gli uffici del Giudice di pace di Sapri e Polla sono operativi. Almeno fino al 31 gennaio. La Corte d’Appello per venire incontro alle esigenze dei Comuni che stanno formando il personale proprio che dovrà poi svolgere poi il lavoro dell’ufficio, ha disposto in un decreto che fino alla fine del mese sia a Sapri che Polla sarà personale ministeriale ad occuparsi del funzionamento dell’ufficio. Sia il cancelliere che l’operatore giudiziario che attualmente sono in servizio a Polla e Sapri sono dunque ancora di espressione ministeriale. Poi dopo il 31 gennaio toccherà ai Comuni subentrare con questa sorta di autogestione che consentirà il mantenimento degli uffici del Giudice di pace nelle due realtà del Golfo e del Diano dove rischiavano di essere soppressi. Ma è proprio qui che iniziano le dolenti note. Sia il Sindaco di Polla che quella di Sapri che si sono accollati i principali oneri degli uffici dicono d aver incassato almeno a parole il beneplacito dei loro colleghi che usufruiranno del servizio e che dunque avrebbero dato la disponibilità a spartirsi i costi. Ma tale disponibilità c’era già da tempo senza però essersi mai concretizzata, tanto che di fatto si rischia lo stesso la chiusura. Giuseppe Del medico stamattina ha scritto una nuova nota ai 10 Comuni che fanno capo al Giudice di Pace di Sapri perché arrivi una formale adesione , più della delibera già votata qualche anno fa. “Abbiamo avuto dal Ministero al conferma del mantenimento del servizio- ha detto Giuseppe delMedico- stiamo salvando l’insalvabile ma è necessario che i Comuni si facciano carico di questa cifra che è poi irrisorias, Si tratta di duemila euro a Comune. Sapri se ne accolla 30 mila mettendo a disposizione come Morigerati un dipendente. Ma questo non è un servizio che coinvolge solo la nostra città. Se non c’è accordo vorrà dire che i cittadini dovranno andare a Lagonegro”. Concorde su questo punto è anche Rocco Giuliano che chiede un impegno concreto ai 9 Comuni che usufruiscono del Giudice di Pace di Polla. “se non c’è compartecipazione della spesa da parte di tutti- ha detto – io chiudo la sede”.
Daria Scarpitta