Il mare era pessimo. In una settimana abbiamo beccato solo un giorno che l’acqua era pulita”. E’ questa una recensione firmata su Booking da un gruppo di amici che nel luglio 2023 ha soggiornato in un paese costiero del Golfo di Policastro. Gli operatori turistici conoscono la problematica, con taluni visitatori che decidono di lasciare anticipatamente il territorio per essa, e a stagione terminata la riflessione diventa necessaria. Una durata sempre più breve della vacanza, tanto che spesso è difficile parlare persino di stagionalità, una provenienza principalmente campana dei turisti, una ridimensionata spesa sul posto degli stessi non possono non sollevare interrogativi su una situazione pressoché immutata da decenni dove le critiche principali si concentrano su assenza di servizi, difficoltà nella mobilità e scarsa qualità delle acque di balneazione. “Bisogna aprire una riflessione concreta- ha detto il presidente del Distretto turistico del Golfo di Policastro Alessandro Cocorullo- passano gli anni ma i territori che continuano a lavorare sono sempre gli stessi ,come la Costiera Amalfitana e le isole, quelli che hanno un’immagine internazionale. Il Cilento e ancora più il Golfo di Policastro restano spesso poco conosciuti, nonostante la digitalizzazione ed una promozione, evidentemente non efficace. Se a questo si aggiungono anche le criticità ambientali, perdiamo anche i nostri classici punti di forza. Le colorazioni e le schiume, pure se fossero davvero innocue, fanno scappare i turisti, è inutile nasconderlo. E tutto questo è dovuto alla depurazione ferma al palo o non adeguatamente sviluppata . Al momento – ha aggiunto Cocorullo – sembra essersi definitivamente arenato anche il progetto comprensoriale sulla depurazione che avrebbe dato risposte tra l’altro a Scario, da sempre senza impianto. Il che la dice lunga su quanto questo tema sia prioritario nelle agende politiche locali e nella riflessione generale“.