Mare mosso, agitato, i cavalloni si gonfiano ed esplodono e il Golfo di Policastro è di nuovo ostaggio della forza degli elementi, in particolare dell’impeto del mare. La situazione più grave a Maratea flagellata dalle onde da domenica scorsa. Il porto stamane è risultato nuovamente sotto attacco facendo tornare alla memoria quanto accade solo un anno fa. Si guarda attoniti le onde altissime, cercando di salvare il salvabile e sperando di non dover operare una nuova conta di danni coemme quella passata. Nella cittadina tirrenica il maltempo ha determinato anche la frana di una strada a Marina di Maratea e il crollo della via che conduce alla spiaggia di Acquafredda e che consente di raggiungere 3 strutture ricettive, oltre che diverse abitazioni civili . L’arteria è stata interdetta al traffico per consentire un intervento di somma urgenza ma la rilevanza della lesione è tale che il Comune ha chiesto l’intervento e il sostegno della Regione Basilicata. Un danno materiale ma anche soprattutto economico per il Comune, gli abitanti e per gli operatori turistici ancora una volta penalizzati. Problemi di viabilità anche a Sapri dove le onde hanno superato il flebile confine del lungomare , tanto che è stata chiusa temporaneamente al traffico la SS18 tra Santa Croce e Via Cagliari. La mareggiata è arrivata sulla passeggiata, diventando un serio pericolo per pedoni e automobilisti . Di qui il provvedimento nella speranza che l’allarme rientri con il miglioramento delle condizioni meteo atteso per la giornata di domani. Anche a Villammare i marosi non sono stati da meno, arrivando a sfiorare il parco giochi. Le immagini del Golfo di Policastro sotto scacco del mare alla prima occasione, neppure delle più gravi, fa ripensare a quanto sarebbe stato importante parlare di erosione costiera e di azioni concrete di riqualificazione del litorale in questo momento alla presenza dei vertici istituzionali. Un’altra occasione sprecata, un altro “ …e se”, un altro treno perduto, giusto a ricordarci chi siamo e qual è il posto che dobbiamo occupare.
Daria Scarpitta