Scene di altri tempi quelle viste nella giornata di domenica nel Golfo di Policastro. Come annunciato dalla stessa Consac, dopo l’incontro con i sindaci di venerdì scorso, sul territorio dei paesi interessati dalla grave carenza idrica sono arrivate le autobotti a rifornire le case e le attività. O meglio l’autobotte. Una sola e pure piccola, che nella giornata di domenica ha girato in mattinata ad Ispani e nel pomeriggio a Santa Marina. Pochi i litri a disposizione . La gran parte dei cittadini è andata avanti finché ha potuto con i serbatoi a disposizione. Ma a Santa Marina, ad esempio, l’acqua è mancata dalle 13 di sabato ed è tornata solo nella mattina di lunedì. E c’è chi è tornato a lavare alle fontane come una volta. Stamattina è toccato a Caselle in Pittari usufruire del servizio dell’autobotte. Qui domenica l’acqua si è vista in parte della giornata, ma lunedì non è mai arrivata se non in alcune zone e per 5 minuti. Una situazione inverosimile tanto più che da tempo l’allarme sul territorio era stato lanciato. I pozzi che captano dalle sorgenti di Sanza sono al limite, uno è addirittura secco., l’acqua c’è, anche se la portata si è ridotta a causa della carenza di precipitazioni, ma le condotte e gli impianti presenti non bastano più e erogano meno della metà di quanto facevano la scorsa estate. Ed ecco che dopo i primi avvisi che l’acqua sarebbe stata tolta in nottata in alcuni paesi del Golfo, in particolare Sicilì, Caselle in Pittari, Ispani capoluogo, San Cristoforo e Santa Marina Capoluogo, si è passati nel giro di pochi giorni a toglierla dal primo pomeriggio e addirittura a non ripristinarla giornalmente facendo prosciugare addirittura i serbatoi. E per la prima volta si è vista sul territorio un’autobotte inviata da Consac su richiesta dei Sindaci. Dopo aver attinto l’acqua a Palinuro, circa 8000 litri, è venuta a distribuirla nei paesi in difficoltà. Poche, però, le case che ne hanno potuto usufruire . Le popolazioni stringono i denti. Nel novero dei paesi del Golfo assetati si salva solo Vibonati che riesce a rifornirsi attingendo da Villammare attraverso un pozzo costruito in occasione di un’altra situazione di emergenza sul fronte idrico. San Giovanni a Piro capoluogo è a sua volta a secco dalla serata, sebbene questo paese si rifornisca non da Sanza ma dal Mingardo e non entri quindi nelle decisioni che sono state prese nel corso dell’incontro di venerdì a Caselle in Pittari. Decisioni che puntano all’acquisto tramite finanziamento regionale di un potabilizzatore, da utilizzare sul lago Sabetta per un costo di qualche centinaia di migliaia di euro e una messa in opera non immediata, o alla realizzazione di un altro pozzo più profondo sulla sorgente Fistole a Sanza, scelta ancor ameno immediata e ugualmente costosa.
Daria Scarpitta